Uno slogan di protagonismo generazionale diventa il titolo della XIII edizione di Atreju, festa nazionale della Giovane Italia, che torna dal 7 all’ 11 settembre nel Parco del Celio a Roma. Come il protagonista de "La Storia Infinita", anche l’evento che porta il suo nome vuole incarnare l’esempio di un giovane impegnato nel confronto quotidiano contro le forze del Nulla, contro un nemico che logora la fantasia della gioventù, ne consuma le energie, la spoglia di valori ed ideali, sino ad appiattirne le esistenze. "Fate largo all’ Italia che avanza" è il motto di una gioventù che chiede a gran voce il ritorno della meritocrazia per le nuove generazioni, che non ci sta a pagare il conto di decenni di cattiva politica senza fiatare, e che vuole abbattere quei muri e scavalcare quelle barriere rappresentate da vecchi privilegi, baronie e rendite di posizione.
Atreju, divenuta nel corso degli anni la più importante manifestazione giovanile d’Italia, è ormai anche l’appuntamento di fine estate che apre di fatto la stagione politica nazionale, un’occasione preziosa per dibattere serenamente, per interagire con la società e con le giovani generazioni. E poi tanta cultura, con gli aperitivi letterari che animeranno il tardo pomeriggio della cinque giorni del Celio. Ma Atreju non è soltanto approfondimenti politici e culturali: è una festa vera e propria. Non mancheranno quindi concerti, discoteca, intrattenimento e l’ormai classico appuntamento con il "Premio Atreju". Un gesto simbolico, ma con un grande significato ideale che ad oggi è una delle tradizioni più attese della manifestazione. Un premio concesso a personaggi dello sport, dello spettacolo, della politica o della società civile che si siano distinti come esempio e modello per chi crede in valori forti e radicati, e li difende giorno dopo giorno.