Carsula è stata un’antica città protostorica degli Aborigeni riportata da Dionigi di Alicarnasso (“Le antichità romane”, I, 14) circa 14 km a nord di Rieti, da non confondere con la quasi omonima città umbra di Carsulae. Oggi, a 12 km a nord di Rieti si giunge in località S. Susanna (nel comune di Rivodutri), luogo in cui venne riportato alla luce nel 1928 un importante abitato perilacustre del Bronzo recente (XII secolo a.C.), a ridosso della strada e compreso tra il canale ed il fiume di S. Susanna, nei pressi di una sorgente.
Interessante il rinvenimento di alcuni tronchi di legno fossilizzati paralleli al fiume e pertinenti ad un villaggio palafitticolo perilacustre, oggi identificato con l’aborigena Carsula. Comparvero anche le tracce di alcune opere di bonifica (tra cui dei canali artificiali). Qui il Caprioli recuperò oltre trecento frammenti fittili pertinenti a vasellame domestico da stoccaggio (dolia), da cucina (olle e fornelli), da mensa (tazze e ciotole), ed anche i resti del pasto (costituiti da diversi tipi di fauna) e tracce di focolari, tutti reperti che bene si inquadrano in un contesto abitativo. Stando agli indizi di combustione il sito venne devastato da un incendio all’inizio dell’età del Ferro.
A non molta distanza da S. Susanna, sulle rive nord-orientali del Lago Lungo, venne rinvenuto dal Carancini un importante ed esteso villaggio perilacustre, con una lunga continuità di vita, dal Bronzo antico al Bronzo finale, in qualche modo connesso con quello di S. Susanna. L’insediamento occupava una fascia di terra compresa tra il Lago Lungo ed una piccola altura (Colle Trullo), nei pressi di una sorgente perenne (Fonte Giovannone). Oggi il Lago Lungo ed il Lago di Ripa Sottile sono quanto rimane dell’antico Lacus Velinus, in gran parte prosciugato.
I due insediamenti protostorici di S. Susanna e del Lago Lungo sembrano far parte di un unico ed esteso villaggio perilacustre, corrispondente all’antica Carsula (lo scarto di 2 km tra la distanza attuale e quella riportata da Dionigi andrebbe imputata all’antico percorso circumlacustre, più lungo dell’attuale). La scelta dell’insediamento venne favorita dalla presenza di due sorgenti perenni di acqua potabile (la sorgente di S. Susanna e la Fonte Giovannone). Anche la presenza del lago e le attività ittiche connesse devono aver influito sulla scelta dell’insediamento.
Tratto dal volume di Christian Mauri “La Sabina prima dei Sabini: gli Aborigeni e l’età del Bronzo. I santuari romani in opera poligonale”, Aracne editrice, Roma 2018.