Vescovo Pompili: "Ritrovare un'armonia familiare senza bypassare le difficoltà di oggi"

Il Vescovo di Rieti Sua Eccellenza Monsignor Domenico Pompili sabato 2 dicembre è stato ospite negli studi di Radiomondo all’interno della trasmissione “Sabato Italiano”, condotta da Benedetta Bellucci e Pier Luca Aguzzi. Ospite anche David Fabrizi, addetto alla comunicazione della Curia di Rieti. Insieme hanno presentato ai radioascoltatori e alla città il progetto “La Valle del Primo Presepe”, che ha preso il via proprio questa mattina alle ore 8:45 da piazza San Rufo, Centro d’Italia, con Note in Cammino. Musica itinerante tra quattro chiese e il Teatro Flavio Vespasiano.
Alle ore 15 si è svolta l’inaugurazione a Greccio e alle ore 16 l’incontro degli operatori pastorali, con un tour nelle sedi delle esposizioni dei presepi. “L’evento vede protagonista Greccio, come simbolo del primo presepe realizzato da San Francesco, e Rieti capoluogo del territorio Sabino.” Ha commentato David Fabrizi.
“Al tempo di Francesco la situazione era molto complessa, vedi le Crociate, e  Francesco voleva dare in modo subliminale un segno contrario alla militarizzazione di quei tempi. Oggi – commenta a Radiomondo il Vescovo Pompili – con questa iniziativa vogliamo riappropriarci del nostro territorio. Non possiamo abolire il Natale, ma riscoprirne il significato dirompente. Dio che si fa uomo è un’autentica rivoluzione. Cerchiano Dio in ogni dove, mentre è Dio stesso che ci si fa incontro. Forse non abbiamo sempre presente questa inaudita notizia che il vangelo ci consegna e che Francesco seppe comunicare ai suoi che il Bambino sembrò materializzarsi agli attoniti abitanti di Greccio. Un secondo significato è quello del Presepe luogo di incontro di diverse civiltà. Pensavo in questi giorni, dopo al morte di centinaia di Musulmani eliminati da un attentato terrorista, dove va a finire la narrazione dello scontro di civiltà quando sono dei Musulmani ad uccidere dei Musulmani. Se notate, curiosamente, di questa notizia si è parlato poco, perchè lontana da questa forma di narrazione. Il Natale invece ci porta ad una visione che supera lo scontro.”
“L’albero non è necessariamente pagano perchè compare all’inizio della rivelazione biblica nel libro della Genesi quando si fa riferimento all’albero della vita. La vera deformazione si è avuta negli ultimi decenni – prosegue Monsignor Pompili – quando il senso del Natale è stato pagato verso una visione consumista. Non dobbiamo lamentarci, oggi non è tempo di far questo, ma dobbiamo invece trovare l’anticorpo a questa sorta di vulgata riduttiva. Dobbiamo ritornare al significato originale, Francesco è riuscito a dare tutto questo attraverso il suo presepe, che in realtà si chiamava mangiatoia, la paglia, l’asino e il bue, che sono simbolo del popolo ebreo e pagano che non riconoscono colui da dove tutto deriva, cioè non riconoscono la presenza di Dio. Francesco con questi tre elementi ci ha detto l’essenziale. Dobbiamo ritrovare un’armonia familiare, perchè il Natale è sicuramente un richiamo alle famiglie, ma lo dobbiamo fare non bypassando le difficoltà di oggi che colpiscono le famiglie stesse.”
“Essendo la prima edizione ci sono molte difficoltà anche pratiche, però credo che lo sforzo di toccare i punti nevralgici della città sta a significare che il Natale non è mai avulso dal contesto nel quale si vive. Se Dio si fa uomo noi dobbiamo incarnarci nei luoghi della cultura, del culto, del Governo, della società. Questo ha un significato molto importante. Mi auguro che attorno a questa iniziativa diventi un punto di riferimento, dove si possa coagulare l’interesse di tante persone, con il desiderio di compartecipare. Le difficoltà di questo primo anno – ha concluso il Vescovo – potranno essere superate se dalle prossime edizioni coinvolgeremo ancora più persone. Se non siamo persuasi dalla ricchezza della quale siamo stati beneficati difficilmente saremo convincenti verso gli altri.”