Vescovo Pompili: “Anche voi ragazzi oggi siete in trincea. Prendete esempio da don Minozzi”

Stamane, 10 novembre 2018, si è aperta a Rieti la XX edizione di “Santa Barbara nel Mondo”. Ad inizio convegno, dedicato alla memoria di don Giovanni Minozzi, c’è stato il saluto del Vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili, che ha parlato ai più giovani prendendo spunto dall’opera compiuta da don Minozzi durante e dopo la prima Guerra Mondiale.

“La persona di cui si vuol far memoria è un prete, un prete definito un angelo durante la guerra. In realtà i preti furono in tanti al campo nella Grande Guerra, qualche migliaio. Papa Benedetto XV, nel maggio 1915, il maggio radioso, dove c’era un grande entusiasmo per l’entrata in guerra, all’indomani dell’intervento italiano, affermò che l’Europa era disonorata da un’orrenda carneficina. Nel marzo 1916, quando la guerra iniziava a complicarsi, affermò che era in corso un suicidio dell’Europa civile. Per questo motivo non arrivò alla fine la sua espressione: <<La guerra è un’inutile strage>> (1917).

Fin dall’inizio, il Papa, come padre dei popoli cristiani che si combattevano ferocemente, ebbe a dire quale sarebbe stato l’esito del combattimento. Pare che furono 15.000 i religiosi alle armi, in particolare i cappellani raggiunsero il numero massimo di 2.200 nel 1918 oltre a 1.500 sacerdoti militarizzati che prestarono servizio nelle unità sanitarie.

Don Minozzi era nato a Preta, frazione di Amatrice, era uno di questi cappellani, però si distinse. Questa figura si inventò uno spazio, la bibliotechina del soldato o casa del soldato, che il professor Melograni descrive come uno dei pochi momenti di umanizzazione. Questo spazio creò le condizioni affinchè qualche frammento, prima di andare a sicuro macello nella trincea, avesse la possibilità di avere un minimo contatto con la famiglia che era a casa. Minozzi è stato geniale, questa esperienza che visse sulla propria pelle l’ha riportò da noi inventandosi una casa per gli orfani di guerra, partendo da Amatrice e allargandosi poi nel Centro – Sud Italia.

Visto che si far riferimento all’oggi, anche noi oggi, ed in particolare voi ragazzi, siete dentro una trincea, di natura diversa. Questo però non toglie che sia utile fare riferimento al coraggio e all’inventiva di don Minozzi, che ha inventato uno spazio per i tanti soldati e per i tanti ragazzi che sono potuti essere avviati alla vita. La rigenerazione di Amatrice, dopo il terremoto, passerà anche attraverso la Casa Futuro, il cui progetto è stato affidato all’architetto Stefano Boeri, che vuol essere, dopo questa grande guerra che è stata il terremoto, una nuova opportunità a partire dai ragazzi.”