VERTENZA COOP 76, LA CGIL DICE BASTA A DISINFORMAZIONE E FALSITA'

Lavoratori Coop in Provincia di Rieti

Sulla vicenda Coop Risparmio 76 si continuano ad alimentare polemiche di ogni genere basate su disinformazione e falsità. La Filcams Cgil di Rieti  nel pieno rispetto delle opinioni altrui dice però BASTA e non è più disposta a tollerare l’uso di palesi  falsità a sostegno di tesi precostituite contro la Filcams Cgil e la Cgil  di Rieti.

Si legge che la Filcams Cgil avrebbe firmato un accordo con Evergreen pur se l’assemblea dei lavoratori l’avesse respinto e che ha rilevato in fitto di ramo d’azienda tre P.V. della Coop 76.
Rispondendo in merito, l’art 2112 del codice civile e la L. 428 stabiliscono che in caso di fitto di ramo d’azienda  (quando riguarda più di 15 lavoratori) cedente e cessionario 25 giorni prima della formalizzazione dell’atto sono tenuti a darne informazione alle Organizzazioni Sindacali le quali possono (entro 7 giorni dalla comunicazione) chiedere un incontro per addivenire ad un accordo che regoli il passaggio dei lavoratori.  Un accordo che salvasse al meglio possibile il salvabile  è stato da CGIL CISL e UIL di categoria  provinciali e regionali faticosamente raggiunto sulla base di un testo che non è stato sottoscritto subordinando la sottoscrizione all’esito dell’assemblea dei lavoratori.  Siccome il testo è stato nell’assemblea del 25 giugno respinto dai lavoratori,  non è stato possibile a  CGIL CISL e UIL di categoria  provinciali e regionali sottoscrivere alcun accordo e cedente e cessionaria hanno da quel momento avuto la libertà di procedere senza il vincolo di un accordo sindacale.

Riteniamo che il venire meno alle clausole previste dal testo ha privato e priverà di importanti tutele i lavoratori (67) impiegati nei tre punti vendita interessati dal fitto, nonché quelli degli altri P.V. Nei giorni successivi è successo quello che era prevedibile, ovvero il cessionario Evergreen ha cominciato a chiamare i dipendenti dei negozi fittati e ha loro proposto individualmente l’assunzione in condizioni di debolezza e al di sotto delle tutele garantite da un accordo sindacale.

Si legge anche  che la Filcams Cgil sarebbe contraria alle intenzioni di subentro in fase di liquidazione coatta enunciato da Coop Centro Italia alle Organizzazioni Sindacali, ai sindaci e   al presidente della provincia il giorno 22.6.2012.
A tal proposito è bene chiarire che sin dall’inizio della crisi la Filcams Cgil nelle sue articolazioni provinciali, regionali e nazionali e la Camera del Lavoro hanno intrapreso contatti coi gruppi operanti sul territorio (Coop Centro Italia, Pac 2000 Conad) e con le articolazioni regionali e nazionali di Lega delle Cooperative per trovare soluzioni. Oltre a ciò la Filcams Cgil ricorda di aver sollecitato all’allora candidato sindaco Petrangeli e al presidente della Provincia Melilli l’intervento di Coop Centro Italia.  Risultato: ognuno dei soggetti ha risposto che un eventuale intervento sarebbe avvenuto solo a liquidazione di Coop 76 dichiarata e quindi nessuno di questi soggetti era disponibile ad aprire alcun confronto o trattativa per trovare una soluzione.

L’unico soggetto che si è fatto avanti è stato Evergreen e solo con questo è stato possibile aprire una trattativa E’ falso quindi che la Filcams Cgil e la Cgil sono contrarie alla Coop Centro Italia. Se i liquidatori nominati annulleranno il tutto si potrà riavviare la discussione con Coop Centro Italia che con i negozi riaperti e i lavoratori occupati non avrà problemi a portare a termine il suo progetto. 

La Filcams Cgil rivendica la sua posizione di fondo, sin da quando chiese ai lavoratori di non abbandonare fino all’ultimo i posti di lavoro, ovvero che nell’ampio raggio di incognite  che possono accadere su questa drammatica vicenda (modalità di liquidazione, quali saranno le scelte dei tre commissari liquidatori),  azioni dei proprietari degli stabili (se passa lo sfratto chi subentra  non avrà obblighi nei confronti dei lavoratori e le licenze saranno a completa disponibilità degli stessi proprietari), la posizione migliore per difendersi è quella che i lavoratori stiano dentro i punti vendita  piuttosto che in cassa integrazione.