“La condizione dei lavoratori fragili è un fatto nuovo connesso all’emergenza Covid. La persona è in grado di fare l’insegnante o di svolgere il lavoro di collaboratore ma non c’è inidoneità alla funzione, inidoneo è invece l’ambiente di lavoro. E’ questo il punto di partenza – sottolinea il Segretario generale della Uil Scuola Pino Turi (nella foto) – che ha commentato la nota n.1585 del Ministero dell’Istruzione dell’11 settembre dedicata ai lavoratori fragili della scuola, docenti e personale Ata.
Si tratta di un provvedimento che offre una risposta immediata ai dirigenti scolastici in emergenza ma quanto può durare? Forse un mese o forse più. Poi però bisognerà predisporre un provvedimento legislativo che dia la dovuta attenzione a queste persone. Serve uno strumento giuridico nuovo perché quello attuale è improprio. Proviamo ad immaginare quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi: il lavoratore fragile chiede che venga valutata la sua situazione.
Il medico la riconosce ed avvia la procedura. Il lavoratore può svolgere il suo lavoro ma non in quell’ambiente. Il contratto scuola si rivela, ancora una volta, uno strumento di garanzia moderno e flessibile: chi è malato incurabile non perde lo stipendio. Possibile che chi ha una situazione di fragilità connessa al Covid debba rischiare la decurtazione economica e persino il licenziamento? Ci troviamo di fronte ad un vero paradosso perché qui non c’è inibizione, si vorrebbe ribaltare l’onere che non è a carico del lavoratore ma del datore di lavoro, cioè dello Stato che ne deve garantire la sicurezza.
Non si può scaricare sui lavoratori una responsabilità per cause che non sono loro imputabili – aggiunge Turi – che evidenzia anche che ci troviamo di fronte ad una fattispecie che intreccia lo Statuto dei lavoratori con il Codice civile, che riconoscono diritti economici e lavorativi. Molto dipenderà dalle singole situazioni ma in tanti potrebbero trovarsi senza reddito e poiché la ministra Azzolina ha detto che nessuno verrà lasciato solo è opportuno che richieda prontamente al Consiglio dei ministri una norma specifica per la scuola, perché serve uno strumento giuridico ad hoc”.