“Per Pino Turi (UIL Scuola) il ministro Azzolina ha una improvvisa nostalgia della Legge 107? Eppure il M5S aveva ottenuto consensi per smontarla. Ora si torna a parlare di domanda e di mercato. La scuola deve essere libera e laica, non ancillare al mercato o peggio ancora alla politica.
In piena autarchia regionale e con una possibile crisi di governo dietro l’angolo, il ministro Azzolina ha firmato l’Atto di indirizzo per il 2021, un atto programmatico che si presenta ogni anno per delineare le linee prioritarie del programma di governo per la scuola. All’interno del documento ci sono le linee di indirizzo per il reclutamento, l’innovazione, la formazione obbligatoria, una classe di concorso specifica per il sostegno e – osserva con preoccupazione Pino Turi, Segretario generale della Uil scuola – ogni altro armamentario possibile per un attacco in piena regola alla comunità educante e alla scuola statale.
«Il corpus normativo che attualmente si caratterizza per complessità – si legge nell’Atto – (…) ha necessità di una revisione, rendendolo coerente con le caratteristiche e l’attuale forma dell’amministrazione scolastica, così come è venuta delineandosi e trasformandosi nel corso degli ultimi venticinque anni».
Traduciamo: la politica perseguita negli ultimi venticinque anni, quella dei tagli, dei dimensionamenti, delle classi numerose, della buona scuola, del neo liberismo, della scelta dell’ideologia del profitto, dell’esaltazione dell’imprenditoria come sale della terra, della progressiva scarsa considerazione per il lavoro intellettuale e degli insegnanti, tutti soggetti ad un’improbabile produttività, ecco ora anche ciò che non è misurabile va misurato sulla base della domanda attuale. La scuola si trasforma da funzione dello Stato, principalmente educativa, a servizio a domanda individualizzata. Si trasformano gli studenti in clienti da soddisfare. E’ questa la storia degli ultimi venticinque anni che la pandemia ha dissotterrato da una spessa coltre di ambiguità politica. Si sta affermando che il Testo Unico sulla scuola, lo stesso che garantisce la libertà di insegnamento, la specificità della scuola, dei decreti delegati e della democrazia partecipata, di cui fu interprete e protagonista l’attuale Capo dello Stato Sergio Matterella e la sua indimenticata conferenza nazionale sulla scuola – sottolinea Turi – va superato per rispondere ad una generica domanda del mercato e di presunta modernizzazione. E no, caro ministro, la richiesta di studenti, insegnanti e mondo reale non è questa.
Disintermediare i sindacati non sarà la stessa cosa che disintermediare la Costituzione ed il sentire comune. Sul fronte politico l’atto appena firmato porta a riflettere se sia in linea con le posizioni che hanno portato al consenso del Movimento di cui il ministro fa parte oppure – si chiede Turi – se è portatore di una politica personalistica, visto che il Movimento ha chiesto ed ottenuto voti per eliminare la legge 107 ed i suoi effetti, non per applicarla, come appare invece oggi nell’atto di indirizzo del ministro Azzolina.
L’esperienza della pandemia – aule affollate, orari contratti, scuole poco attrezzate – dovrebbe aver insegnato qualcosa; la scuola deve essere libera e laica non ancillare al mercato o peggio ancora alla politica. Servono cittadini responsabili, critici, non a parole ma nei fatti. E i fatti non possono essere quelli che abbiamo letto nelle linee programmatiche del ministro Azzolina”.
Turi, UIL Scuola