“Fino a settembre le scuole dovrebbero essere un cantiere per consentire il rientro in sicurezza, per cui servirebbero urgentemente un provvedimento organico finanziato e risposte per il personale; in caso contrario ci troveremmo nuovamente in difficoltà.”
E’ quanto ha detto Pino Turi il giorno dello sciopero della scuola. In particolare, il Segretario generale della Uil Scuola ha anche evidenziato che la didattica a distanza, la DaD, è stata una esperienza di emergenza ma ora basta; è stata sconfitta dalla realtà, da docenti, famiglie, da politici di maggioranza e di opposizione.
(E’ opportuno non dimenticare anche l’appello dei sedici intellettuali guidati da Massimo Cacciari per i quali la scuola è socialità e non si rimpiazza con i tablet e con la didattica a distanza). La Uil, in tempi non sospetti, anche fuori dal coro di avanguardie della pseudo innovazione, aveva messo in guardia dall’uso esclusivo dello strumento digitale e rappresentato i limiti di un uso delle nuove tecnologie.
Oggi l’esperienza ha confermato come esse possano essere complementari ma mai sostitutive della didattica in presenza. La procedura della DaD sicuramente ha contribuito ad allargare anche la forbice delle disuguaglianze mentre i mancati investimenti hanno condizionato la ristrutturazione degli edifici, molti dei quali fatiscenti e bisognosi di radicali interventi. Appare certo necessario organizzare presidi sanitari, anche con l’utilizzo del Mes, come più volte sostenuto dalla Uil, per vigilare e salvaguardare la salute attraverso la necessaria profilassi che deve partire dalle scuole. In conclusione a settembre serviranno ambienti idonei come pure un incremento di organici e meno alunni per classe.
La Uil Scuola pensa anche a scuole di prossimità: occorre riaprire tutte le scuole chiuse e distribuire diversamente gli alunni per le istituzioni scolastiche. Per fare ciò serve sicuramente un Governo che abbia la realtà come suo orizzonte e non le polemiche social o scontri politici.
R.M.