“La riforma del reclutamento dei docenti è una controriforma perché si allontana dai valori e dai principi costituzionali. Il modello scuola è amato da cittadini e studenti, quindi perché cambiarlo? Se il decreto fosse approvato ne verrebbe fuori una scuola autoritaria”. Così il Segretario generale della Uil Scuola Pino Turi nel corso di un’intervista a Radio Cusano Campus ha definito la riforma del reclutamento dei docenti portata avanti dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi,.
“Con questo provvedimento per arrivare all’immissione in ruolo a tempo indeterminato un docente dovrà superare otto step e non solo –Turi ha commentato ed ha aggiunto – dopo la stabilizzazione verrebbe richiesta una ulteriore formazione. Un quadro inaccettabile. Una scuola di alta formazione può andare bene per tecnici e burocrati ma non per la funzione docente, che deve essere libera e scevra da ogni condizionamento. Siamo di fronte a qualcosa di inaudito, errata nella visione”.
Turi ha ricordato, inoltre, che la scuola resta agli apici delle classifiche di gradimento nazionali dei vari settori. “Gli italiani amano la scuola, lo dicono le indagini statistiche. Perché quindi stravolgere un modello che funziona da oltre 70 anni?”.
Il Segretario generale della Uil Scuola si è soffermato, inoltre, sulla questione precari ed ha detto che in quattro anni essi sono passati da 200 mila a 300 mila. In conclusione Turi ha lanciato un appello: “Mi rivolgo alla politica, se c’è batta un colpo. Piero Calamandrei diceva che la scuola è una istituzione costituzionale. Ebbene, oggi quella ’istituzione costituzionale è a rischio e spetta anche al mondo politico difenderla contro chi vuole trasformarla in una azienda burocratica.”