“Il Cipe di ieri, venerdì 26 luglio, ha perso una grande occasione: avviare o far ripartire opere importanti per la dotazione infrastrutturale del Lazio. Siamo delusi e preoccupati: di questo passo la Regione perderà competitività e continuerà l’emorragia di posti di lavoro in edilizia”. Lo dichiara Fabio Turco, segretario generale della Filca-Cisl Lazio.
“Leggendo gli interventi previsti dal Comitato – prosegue Turco – salta subito all’occhio la totale assenza del Lazio. Non sappiamo se si tratti di una dimenticanza o della precisa volontà di non voler investire sulla Regione: in entrambi i casi l’atteggiamento del Governo sarebbe gravissimo.
Eppure le opere necessarie alla Regione sono tante, tutte strategiche e in grado di migliorare l’economia e la qualità della vita dei cittadini: penso al completamento della Orte-Civitavecchia, una superstrada iniziata nel 1973 e non ancora terminata. Penso all’autostrada Civitavecchia-Cecina, che si ferma a Tarquinia. E poi la Strada Statale dei Monti Lepini, per collegare Latina e Frosinone. La Roma-Latina, ossia la Pontina, una delle strade più pericolose in Italia. Infine l’adeguamento della Salaria nel reatino, un intervento di cui si parla da una vita.
Senza contare il potenziamento della rete ferroviaria, e i tanti pendolari ne sanno qualcosa. Si tratta di interventi attesi da tempo e indispensabili per rendere moderna, competitiva e sicura la Regione. Interventi, tra l’altro, che ridarebbero fiato al settore delle costruzioni, che dall’inizio della crisi ha visto sparire 50 mila addetti, l’equivalente di una città come Nettuno. È per tutti questi motivi che riteniamo l’esclusione del Lazio dalle opere sbloccate dal Cipe grave e inaccettabile. Il Governo ha il dovere di intervenire per rimediare a questa decisione, che sa davvero di beffa”, conclude Turco.