Torna su Rietinvetrina, a carattere quindicinale, la LA RUBRICA DI ANGELITA, a cura del Centro Antiviolenza Angelita di Rieti.
“Saranno molti i temi trattati nella rubrica, si parlerà di violenza sulle donne, bullismo, stalking, di disturbi alimentari soprattutto nella fascia degli adolescenti e saranno trattati temi che riguardano l’uso dei Social – racconta Silena D’Angeli, presidentessa del Centro – quanti di noi hanno mai riflettuto sull’uso degli smartphone e dei Social nella vita dei ragazzi? Quanti si sono mai fermati a pensare agli influencers che hanno un ruolo importante nel contribuire all’informazione consumata dal grande pubblico. Sono spesso considerati modelli di ruolo più autentici e affidabili degli esperti. Tuttavia, molti hanno interessi commerciali e non sono esperti negli argomenti su cui creano contenuti. Gli adolescenti sono particolarmente suscettibili alla disinformazione, poiché si trovano in un periodo formativo che influenzerà fortemente la loro vita adulta. Gli influencers possono promuovere stili di vita o tipologie corporee non realistiche, portando ad esempio ad un’immagine corporea negativa. Possono anche promuovere o pubblicizzare prodotti dannosi come l’alcol o il tabacco, che potrebbero esacerbare i problemi di salute che gli adolescenti devono affrontare attualmente, come alti tassi di obesità ed anoressia con problemi di salute mentale.
Molte si concentrano sull’aspetto, sul cibo e sulla nutrizione. Nelle giovani donne e nelle adolescenti, gli influencers possono avere un impatto negativo sull’immagine corporea promuovendo ideali corporei e tipi di corporatura magra e muscolosa. Gli individui in sovrappeso sono stigmatizzati da queste azioni, che possono portare al bullismo e allo sviluppo di stereotipi. Altri creano contenuti su sigarette e sigarette elettroniche, alcol, marijuana, svapo e prodotti per dimagrire. Sebbene molti influencers del tabacco non siano seguiti da adolescenti, non ci sono limiti di età sui contenuti che pubblicano. Anche coloro che influenzano la salute possono avere impatti di vasta portata, in particolare se forniscono informazioni e consigli terapeutici imprecisi. Molti followers formano relazioni parasociali con influencer che condividono informazioni sulla loro vita, generalizzano le proprie esperienze attraverso resoconti distorti, in particolare per quanto riguarda la salute mentale. Ciò porta spesso all’autodiagnosi da parte degli adolescenti, che possono poi subire diagnosi errate e trattamenti errati. Pertanto, il ruolo dei ricercatori, dei politici, degli insegnanti è quello di mitigare gli effetti dannosi della disinformazione e lavorare con gli influencer per comunicare messaggi positivi e benefici”.
Silena D’Angeli, presidentessa Centro Antiviolenza Angelita di Rieti