Dobbiamo tutti sperare che lo scorrere dei giorni abbassi la tensione e, con la volontà degli uomini e delle donne, aiuti a ritrovare parole, espressioni, giudizi di rispetto e di riconoscimento reciproco. Regola che vale appunto quando ci sono opinioni, preferenze, ragionamenti contrastanti.
Per quanto ci riguarda come Cgil abbiamo cercato di farlo, senza parole e toni aspri, anche nei giorni e nelle ore passate pur continuando a difendere una idea, una impostazione, una proposta rivolta non al destino delle singole persone ma alla Città. A tutta la bellissima Città di Rieti,Capoluogo di una Provincia che vogliono cancellare e Centro D’Italia.
Ai meravigliosi reatini, perché alla base dell’idea c’è appunto l’amore per
A condizioni (negative) straordinarie insieme alla Cisl e alla Uil abbiamo fatto un passo in più, abbiamo separato le nostre valide differenze su tanti temi (sulle quali continueremo a misurarci nel territorio abituati al confronto su idee diverse e con le quali ci confronteremo anche con la prossima amministrazione comunale) e uniti per contribuire a costruire le basi (essenziali anche per le differenze) di un nuovo Comune. Nell’ambito di questo progetto abbiamo indicato un nome, anche su richiesta del PD con il quale abbiamo dialogato in modo particolare pure sugli aspetti programmatici, di estrazione del mondo del lavoro pure in considerazione dei fatti che vive l’Italia. Un nome che riteniamo all’altezza dei compiti da svolgere come Sindaco di Rieti con l’esperienza necessaria per fare squadra e farla crescere.
Ringrazio quanti , militanti, delegati, dirigenti , in questi giorni e in queste ore hanno dato un grande contributo, ognuno nel suo partito di appartenenza, a difendere la suddetta idea al pari di quanti sostengono indicazioni diverse. Chi appartiene alla Cgil non subirà mai il dibattito come elemento di spaccatura e di divisione.
La situazione determinatasi nel dibattito di questi giorni va immediatamente superata lasciando spazio alle idee e alle proposte e trasmettendo ad ogni “elettore” delle primarie la certezza di stare a partecipare per dare forza e unità e non per appartenenza a “interessi” o per obbedienza a “capibastone”.
Personalmente mi auguro che questo ragionamento non venga di nuovo classificato nella categoria degli “ingenui” perché allora le domande da porsi sarebbero altre e non ci voglio nemmeno pensare. “Al lavoro e alla lotta” come amava chiedere a tutti il grande Giorgio Amendola e senza paura. Ecco, non bisogna aver paura.