Terza campagna nazionale “Oltre il pregiudizio” – Le donne, la società, lo sport

Nel nostro Paese, quello dello sport è ancora un ambiente dove le disparità di genere sono abissali. Antichi retaggi culturali fanno pensare che lo sport – qualunque esso sia – sia un’attività tipicamente maschile, che anzi in qualche modo “toglie femminilità” alle donne. Esistono ancora sport considerati maschili e sport considerati più adatti alle donne, ruoli maschili e ruoli che possono essere concessi anche alle donne.

L’esempio più evidente è quello dell’arbitro: se per entrare in magistratura le donne hanno dovuto aspettare gli anni sessanta, per diventare arbitre hanno dovuto aspettare molto più, comunque accettando di rimanere relegate a eventi sporti minori. Basti vedere quanto clamore ha destato il fatto che la finale di Supercoppa europea tra Liverpool e Chelsea, nell’agosto 2019, fosse arbitrata da una donna (peraltro francese, Stephanie Frappart), o quanti insulti sessisti vengono riversati sui campi da gioco e quante polemiche e odio vengano sparsi sui social quando ad arbitrare c’è una donna.

Ma le discriminazioni sono sancite dalla legge: quella 23 marzo 1981 n 91 all’art. 2 recita: «[…] sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici, che esercitano l’attività sportiva a titolo oneroso con carattere di continuità nell’ambito delle discipline regolamentate dal CONI […]». Tutti uomini, e le atlete hanno più difficoltà nel professionismo per vari motivi, tra cui la maternità. Senza parlare delle disparità di pagamento rispetto ai colleghi maschi.

Altra differenza si rintraccia nella percentuale di donne che occupano i vertici delle istituzioni sportive, a tutti i livelli: locale, nazionale ed europeo.

Anche l’informazione fa la sua parte, con un linguaggio che spesso discrimina o sminuisce gesta e risultati. Nell’agenda setting, di certo, atlete e squadre femminili non trovano lo stesso spazio rispetto ai colleghi. Bisogna attendere prestazioni di cartello come le Olimpiadi, o i Mondiali di calcio femminili e compiere dei miracoli. Spesso le atlete vengono raccontate per la loro bellezza o per le fattezze, per dare colore alla vittoria. E nella società sempre più social l’aspetto fisico, il look o i rapporti sentimentali hanno la precedenza, specialmente se sei donna.

Di tutto questo si discuterà nel dibattito on line, che si svolgerà

venerdì 23 ottobre, dalle 18 alle 20, all’interno della Campagna oltre il pregiudizio, arrivata quest’anno alle terza edizione. Per partecipare basta collegarsi a questo link:  https//join.skype.com/i4QdbPU8J5si

Interverranno:

·   Mimma Caligaris, giornalista
·   Silvia Garambois, giornalista, presidente di “Giulia”
·   Gabriella Stramaccioni, garante dei diritti dei detenuti
·   Alice Pedrazzi (in attesa di conferma), ex cestista, giornalista
.   Terryana D’Onofrio, campionessa di Karate

.   Valentina Turisini, direttrice sportiva della nazionale italiana di tiro a segno e rappresentante dei tecnici nazionali nella Giunta del CONI
.   Ilaria Piperno, traduttrice
.   Ivano Maiorella, direttore di Uispress (in attesa di conferma)