Terminillo, demagogicamente si vorrebbe dare corpo alle ombre

Rieti, Terminillo

Con molta cautela riteniamo assai velleitaria la tesi relativa a “minacce” che il recente progetto di rilancio del Terminillo apporterebbe ad ambiente e paesaggio della zona. In particolare non ci pare giusto continuare a vedere vituperati sia propositi che caratteristiche vocazionali naturali turistiche e ambientali, ad opera di personaggi che vanno per la maggiore (a livello nazionale ed internazionale) che passano per grandi “tutori” della “natura”, scampando sempre da ogni tipo di responsabilità, nel momento in cui si verificano in ogni parte del nostro Paese, dissesti e calamità, conseguenti ad un uso del territorio maldestro e colpevole. E certamente questo che vogliamo trattare non è il caso.
Ci riferiamo al Terminillo, ed all’ultimo dei “capolavori” di demagogia e superficialità che abbiamo avuto modo di leggere sulle pagine del maggiore quotidiano italiano, in questi giorni, riferito al progetto regionale di rilancio deliberato dalla Regione Lazio ormai dieci anni or sono. Con un pizzico di maligna meschinità, l’autore dell’articolo si rifà al vecchio Regime Fascista; cui vorrebbe accreditare la costruzione di alberghi come il Roma ed il Savoia, e la realizzazione di una serie impianti che ne decretarono il lancio nell’agone turistico nazionale; rilancio ripreso, poi, negli anni ‘960 e ‘970.
Premesso che anche noi abbiamo qualcosa da dire circa il progetto illustrato nel dicembre scorso nell’aula del Comune di Rieti, relativamente ad alcune previsione circa l’”impatto” e la “bonifica di talune zone già notevolmente pregiudicate, e sulle quali i “Nostri” – “tutori ambientali” di chiara fama – si sono a suo tempo guardati bene dall’intervenire; le nostre osservazioni avanzate nelle dovute sedi non sono però tali dal “rigettare” aprioristicamente ogni tipo di iniziativa. Ciò anche perché riteniamo utile “bonificare” vetusti e superati “impianti” sostituirli con più moderni, e comunque meno invasivi, dal punto di vista ambientale; riteniamo giusto ed utile che alcuni degli stessi siano spostati in zone più idonee alla bisogna, meno impattanti e più rispettosi dell’ambiente e della tenuta orografica della natura specialmente in punti nevralgici già del resto ben delimitati dai vari piani di tutela paesaggistica ed ambientale.
Riteniamo molto sorprendente e demagogico ricorrere a cenni storici del passato (distorcendone peraltro sia il significato che la natura) circa quegli interventi che, all’epoca, si limitarono ad imporre al comune di Rieti sia la realizzazione della statale 4-bis del Terminillo che il collegamento attraverso Funivie: del colle Covemese con monte Terminilluccio, prima; e poi il collegamento con altra campata di Funivia, dal monte Terminilluccio al monte Terminilletto. E’ bene rilevare anche che, anche in questo caso, il “Regime” si limitò ad avallare l’iniziativa che venne presa dal Comune e da una società per Azioni presieduta dal principe Spada Potenziani (non certo molto “simpatico” al FU N.d.R.)!!! Che varò la Funivia s.p.a., con amministratore delegato il conte Ettore Manzolini.
Questo per la precisione storica. Altra “distorsione” rilevata nell’articolo, la forzatura di voler accreditare uno “scempio” il progetto, la leggiamo, ne pretestuoso e molto discutibile articolo, laddove si vorrebbe effettuare una accuratissima “radiografia” al progetto stesso, rilevandone ogni sorta di “attentato” alla flora e fauna.
Si giunge perfino a visionare attentati a vipere, aquile, tassi e picchio d’orso; ed alla flora dove il progetto “distruggerebbe” antiche faggete, agrifogli, betulle e via dicendo, dimenticando di “ricordare” tutte le assurdità che continuano a pullulare come: antenne, ponti radio ed ogni sorta di inquinamento ambientale che, anche sotto l’aspetto paesaggistico hanno da qualche anno modificato non poco i “profili” della varie cime terminillesi e dell’intero comprensorio. per carità di patria non vogliamo ribadire, ancora una volta, dello “scempio” che fu consentito nel momento in cui si realizzò il collegamento stradale con Leonessa, con soldi esclusivamente pubblici, laddove si registrarono (allora si) ecatombe di faggete. Cosa che, realisticamente, non rileviamo in questo progetto bisognoso certo di qualche aggiustamento relativo all’ambiente che gli uffici preposti sapranno valutare: Ma ci si trova di fronte ad una catastrofe ambientale come si vorrebbe far credere.
Certamente nelle vicine montagne abruzzesi, i nostri “censori” delle associazioni ambientaliste anno avuto la “morsa” della loro vigile salvaguardia sempre assai meno rigida. Non sono mai giunti, come fanno per il Terminillo, a ribaltare la storia ed i fatti che crearono questo Centro turistico, ricorrendo alla demagogia politica pura e semplice (e certamente chi sottoscrive queste note non è certo da annoverare tra quanti simpatizzarono per quel Regime), cosa che dovrebbe esulare dall’ambito della rinascita di una vocazione di notevole rilevanza economica da rilanciata nel contesto, certo nel rispetto di un ambiente e di un paesaggio già notevolmente deturpato e non certo dalla attuale volontà dei quattro comuni del Comprensorio decisi e portare avanti il progetto stesso e pronti, almeno o ragione di ritenere, a correggere ogni stortura ambientale che avesse da essere obbiettivamente rilevata da chi di dovere e, comunque, fuori da ogni demagogia.
Antonio Cipolloni D.S.I.