Benché “anonime”, alcuni organi di stampa locali nei giorni scorsi hanno pubblicato considerazioni di non meglio precisate “realtà di danza locali” che definivano “deplorevoli” le condizioni del Teatro Flavio Vespasiano.
E’ superfluo ricordare che il Teatro Vespasiano è un gioiello invidiato e apprezzato da compagnie, attori, cantanti, danzatori e turisti che hanno avuto modo, a vario titolo, in questi anni, di conoscerlo.
La struttura rientra tra i servizi a domanda individuale, soggiace ad un Regolamento approvato con Delibera di Consiglio Comunale (n. 19 del 30.06.21) ed è sottoposta a normative sulla sicurezza (prevenzione incendi, condizioni igienico sanitarie, impiantistica, ecc) come lo sono tutti i teatri d’Italia; viene concesso a chi ne fa richiesta a fronte di una serie di modelli e dichiarazioni dettati da leggi e disposizioni che non sono certo a discrezione del Comune di Rieti né tantomeno dell’ufficio teatro.
E’ destituito di ogni fondamento il passaggio secondo il quale, sempre a detta di talune “anonime realtà di danza locali”, l’ufficio teatro imponga, senza offrire alternative, una ditta per il service audio-luci, quando, al contrario viene lasciata libera scelta a ciascun fruitore.
Si ricorda, inoltre, che ciascun fruitore, già al momento della prenotazione, accetta e sottoscrive tutte le condizioni per fruire della struttura ed è libero di scegliere se accettarle o meno.
L’augurio è che tali “anonime” realtà di danza locali abbiano preso un abbaglio rilasciando dichiarazioni diffamanti per il Comune di Rieti e per l’ufficio teatro. Infine, lasciamo ai colleghi le valutazioni circa gli aspetti deontologici della pubblicazione a mezzo stampa di segnalazioni “anonime”.