Organizzare entro settembre un incontro intersettoriale per avviare una sperimentazione territoriale che punti a risolvere le problematiche emerse nella provincia in ambito socio-sanitario: è questo l’impegno preso dal consigliere regionale Daniele Mitolo (Per il Lazio) e dall’assessore regionale Fabio Refrigeri (Pd) in seguito all’incontro svoltosi questa mattina con i rappresentanti del "Comitato per il diritto alla salute", presso gli uffici di Rieti della Regione Lazio.
Il Comitato, composto dalle rappresentanze di circa 20 associazioni di volontariato che quotidianamente operano nel mondo socio-sanitario, ha incontrato le isitituzioni regionali per discutere le molte criticità del settore e ad emergere, in primis, sono state le gravi difficilotà che i malati e le famiglie riscontrano in termini di sicurezza e continuità assistenziale.
Troppi pazienti, hanno evidenziato dal Comitato, vengono dimessi dall’ospedale senza assistenza domiciliare e specialistica e questo comporta molto spesso l’aggravio generale delle condizioni dei pazienti stessi che presentano quadri clini critici e, in caso di necessità, ulteriori interventi da parte della struttura pubblica con nuovi ricoveri.
Gli interventi in oggetto, molto spesso, avvengono in tempi lunghi e questi, comunque, oltre a comportare un peggioramento delle condizioni cliniche generali, rappresentano un aumento della spese. Le soluzioni trovate fino ad oggi sono però insufficienti e non rappresentano comunque un rimedio valido in rapporto ai singoli bisogni e ai bisogni reali del territorio, entrambe aspetti che richiedono rimedi e protocolli specifici. Ritenendo che molto spesso si tratta poi di intervenire risolvendo i disagi sociali prima che sfocino in emergenza sanitarie, i membri del Comitato hanno proposto di mettere insieme i soggetti che si occupano del settore – volontari, operatori sanitari, medici di famiglia e ospedalieri – per elaborare un progetto da presentare alla Regione.
L’assessore Refrigeri e il consigliere Mitolo, in risposta alle problematiche emerse, hanno preso l’impegno di organizzare un incontro intersettoriale per avviare, in maniera sinergica e concordata con operatori, azienda sanitaria, volontari, medici di famiglia e ospedalieri, una sperimentazione territoriale e cercare così risposte ai problemi dei pazienti e delle loro famiglie.