Superbonus, Comitato 3e36 “Soddisfatti a metà. Alcune misure ci sono, ma molti problemi restano”

Un passo avanti, ma non basta. Il Commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, ha presentato in anteprima al Comitato Civico 3e36 i contenuti della nuova Ordinanza per l’area del cratere sisma 2016. Alcune delle richieste del Comitato sono state accolte, altre restano senza risposta. Nel frattempo, i cantieri restano al palo e il tempo stringe.

I TRE GRANDI NODI IRRISOLTI:

  1. FINE DEL SUPERBONUS 110%: UNA BOMBA A OROLOGERIA

L’Ordinanza Commissariale nasce per sostituire la funzione assolta negli ultimi anni dal Superbonus 110%, ovvero gestire l’incremento prezzi e coprire gli accolli determinati dall’insufficienza di contributo per la ricostruzione post-sisma. Il 20 dicembre 2024 è terminato il plafond per avere accesso allo sconto in fattura e alla cessione del credito d’imposta Superbonus 110%, il 31 dicembre 2025 scadrà il tempo per la rendicontazione delle somme.

Se i lavori, entro quella data, non saranno stati eseguiti, avremo che la quota economica eccedente il contributo per la ricostruzione, dovrà esser sostenuta dai proprietari degli immobili. Ciò accadrà non per loro responsabilità, ma a causa dei ritardi burocratici e per le difficoltà operative presenti soprattutto nei centri maggiormente colpiti dagli eventi sismici.

Il Commissario ha richiesto lo slittamento del termine del 31 dicembre 2025 per la rendicontazione dei lavori, ma la proposta è stata respinta. Un errore grave che rischia di mettere migliaia di famiglie in difficoltà e di rallentare ulteriormente, se non bloccare la ricostruzione. Chiediamo al Parlamento ed ai Parlamentari di intervenire con urgenza: senza un’estensione del termine per la rendicontazione dei lavori da Superbonus 110%, questa scadenza diventerà l’ennesima trappola burocratica.

  1. ORDINANZA COMMISSARIALE: GIUSTA, MA NON SUFFICIENTE

L’Ordinanza Commissariale interviene introducendo nuovi incrementi al contributo. Per particolari condizioni si avrà fino ad un 30% in più di contributo per la realizzazione degli interventi.

Occorreva però intervenire prima sul costo parametrico, attraverso una sua ridefinizione degli importi e degli scaglioni di superficie. Difatti l’insufficienza di contributo si manifesta prevalentemente per gli edifici di piccole dimensioni. È emerso che all’aumentare della superficie dell’immobile diminuisce la quota di accollo a carico del proprietario.

Gli incrementi sinora applicabili andavano rivisti e corretti, poi occorreva introdurne di nuovi, come in parte è stato fatto con l’Ordinanza Commissariale. Accadrà che la ricostruzione continuerà ad esser ostaggio di un’errata comprensione degli aspetti che determinano il problema dell’accollo. Accadrà che continueranno ad esserci molteplici interventi di ricostruzione senza le dovute coperture economiche, ed altri, quelli riguardanti edifici di grandi dimensioni, con un esubero di contributo.

Il Commissario si è impegnato ad approfondire ed affrontare i contenuti affrontati.

 

  1. UFFICIO SPECIALE PER LA RICOSTRUZIONE LAZIO: UN COLLO DI BOTTIGLIA

Uno dei problemi più critici della ricostruzione è la lentezza insostenibile dell’Ufficio Speciale Ricostruzione del Lazio, a fronte di una celerità notevole nelle altre regioni coinvolte dal sisma del 2016. Da tempo il Comitato Civico 3e36 denuncia questa criticità e ha chiesto con forza un rafforzamento dell’organico, essenziale per sbloccare le pratiche. Il Commissario, recependo questa richiesta, ha disposto un incremento del personale: un passo avanti che apprezziamo, ma ancora insufficiente. Se il problema non viene risolto alla radice, tutti gli altri interventi rischiano di essere inutili. È necessario che l’USR disponga di ulteriore personale e di procedure più efficienti.

IL MINI CRATERE RISTRETTO: NORME AD HOC

Oltre alla burocrazia, c’è un altro problema strutturale: la ricostruzione non avanza ovunque allo stesso modo. Occorre l’individuazione di un “mini cratere ristretto”, definito attraverso la sovrapposizione di due parametri: elevato stato del danno e bassa percentuale di ricostruzione. Occorrono norme ad hoc per risolvere in fretta criticità puntuali e particolari che riguardano i territori maggiormente colpiti, così da dare una vera accelerazione al processo ricostruttivo e gettare le fondamenta per la rinascita, attraverso una politica economica e sociale mirata.

Il tempo sta scadendo. Tra un anno e mezzo celebreremo il decennale del sisma. Sarà il simbolo della rinascita o della resa? Il Governo ha ancora poco tempo per cambiare passo, perché senza un intervento immediato, quel giorno non sarà una celebrazione, ma la prova definitiva di una promessa disattesa”.

Così nella nota il Comitato Civico 3e36