“Un ragazzo di 25 anni, in attesa di giudizio, si è tolto la vita mentre era detenuto nell’istituto penitenziario di Rieti. Dall’inizio dell’anno, in Italia, sono stati più di 60 i casi di suicidio, un segnale allarmante sulle condizioni in cui è sprofondato il sistema carcerario del nostro paese e che, come ha ammonito il Presidente Mattarella pochi giorni fa, “non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza”.
Serve una risposta urgente a tutela del benessere psicofisico di chi nelle carceri è detenuto e di chi vi lavora; il sovraffollamento, le indecorose condizioni igienico sanitarie e la carenza di personale rappresentano fattori di rischio elevati per la salute e la sicurezza. Infatti non è la prima volta che nell’istituto penitenziario di Rieti si verificano problemi legati alla sicurezza delle persone, il tasso di sovraffollamento sfiora il 180% e nel mentre, da pianta organica, mancano almeno 50 agenti di polizia penitenziaria per garantire un servizio pubblico di qualità. Così non si può andare avanti, serve una riforma del sistema penitenziario e investimenti per potenziare gli organici, le infrastrutture e garantire la sicurezza delle lavoratrici, dei lavoratori e delle persone in stato di detenzione”. Così nella nota la Segretaria Generale CGIL Rieti Roma EVA B. Di Tomassi ed il Segretario Generale FP CGIL Rieti Roma EVA F. Frabetti