Con la Festa di Santa Barbara cominciano per i Reatini i riti di chiusura di un anno che, se è stato memorabile, è principalmente in conseguenza della grave crisi economica e occupazionale che ha continuato a colpire il nostro territorio.
Sorprende allora che questo 2010 si concluda con la corsa a candidature ed autocandidature alla carica di sindaco di Rieti, visto che all’appuntamento elettorale della primavera 2012 manca più di un anno.
Sarà forse per un inconscio desiderio di rimozione, ma la politica locale sembra smarrita e disarmata di fronte all’incipiente 2011, che si presenta invece con credenziali tutt’altro che favorevoli, sulle quali non si può certo sorvolare e di cui la Cisl Fp avverte in pieno i rischi.
Il piano sanitario varato dalla Presidente Polverini è ormai operativo e già sono in corso le operazioni di ridimensionamento/smantellamento degli ospedali di Amatrice e Magliano Sabina. Il danno per le popolazioni di quelle aree è evidente: venendo a mancare dei veri e propri presidi ospedalieri, l’assistenza non potrà che risentirne in maniera sostanziale. Inoltre, non si possono sottacere le pesanti conseguenze legate alla riduzione di personale e alla ricollocazione dei lavoratori in esubero da quegli (ex) ospedali che questa radicale ristrutturazione ha inopinatamente imposto.
A gennaio entreranno poi a pieno regime le innovazioni del cosiddetto “decreto Brunetta”, i cui primi effetti si sono già verificati in occasione del recente annullamento delle prove per le progressioni verticali dei dipendenti del Comune di Rieti e delle stabilizzazioni dei precari in forza allo stesso ente.
Fin da subito la Cisl Fp ha denunciato questa grottesca vicenda e l’ingiustificabile incapacità gestionale che l’ha caratterizzata. Valga solo ricordare come le delibere di Giunta che autorizzavano, con tanto di certificazione di legittimità, le procedure concorsuali risalgano al dicembre 2009 e che dunque, in un anno, l’Amministrazione non è stata in grado di mantenere gli impegni formalmente presi con il personale, frustrando le legittime e sacrosante aspettative di crescita professionale dei più meritevoli, proprio alla vigilia delle prove di esame.
Quanto ai precari, il Sindaco Emili ha preannunciato una “bella sorpresa” prima di Natale: poiché a quella scadenza non manca molto, sollecitiamo il Primo Cittadino ad essere coerente almeno con questa promessa, visto il brutto tiro appena giocato ai “suoi” dipendenti. Molti dei quali, nonostante tutto, sono in queste ore mobilitati con tanti altri colleghi della Protezione Civile per fronteggiare l’allerta causata dal maltempo, a salvaguardia della pubblica incolumità.
Certo, a Rieti i problemi riguardano tutte le attività economiche: l’industria arranca, come da ultimo dimostra la drammatica vicenda Ritel; l’agricoltura soffre, anche per gli effetti delle calamità naturali; il settore delle costruzioni è in piena crisi, tanto che, per la prima volta nella storia, si sono trovati a manifestare sotto i palazzi istituzionali datori di lavoro e lavoratori dipendenti; i trasporti non godono di miglior fortuna e, per sovrappiù, rischiamo di perdere il deposito-officina dei mezzi Cotral; il commercio è in affanno e per capirlo basta guardare gli annunci di sconti e promozioni che affollano le vetrine dei negozi.
Anche la ristrutturazione della rete scolastica provinciale è stata realizzata al prezzo di tagli pesantissimi, che hanno inciso tanto sui livelli occupazionali quanto sulla qualità dei servizi resi alla popolazione. E ad aggravare il quadro c’è il fatto che molti di quelli che lavorano lo fanno senza prospettive di certezza per il futuro, mentre il potere d’acquisto di salari e pensioni continua a decrescere e i giovani reatini sono costretti ad andarsene per studiare e cercare lavoro.
Urgono dunque politiche complessive socialmente sostenibili e al contempo capaci di un impatto immediato sulle tante questioni aperte.
Della scuola abbiamo detto, ma forse pochi sanno che molti degli stessi medici, infermieri, ausiliari, tecnici e operatori dell’ospedale “De Lellis” hanno contratti a tempo determinato.
Però è facile sparare sulla categoria dei lavoratori pubblici, come ad esempio accaduto di recente con i dipendenti dell’Ater, impropriamente accomunati in un generico e infondato giudizio che li vorrebbe tutti assunti per vie diverse da quelle di legge.
Nessuno sembra invece riflettere che, quando si parla di aiuti alle imprese e di promozione del territorio, la prima a mobilitarsi è la Camera di Commercio: certamente per iniziativa dei suoi organi dirigenti, ma non sfuggirà che le politiche camerali di sostegno all’economia locale sono possibili solo grazie alle competenze e alla professionalità dei lavoratori (pubblici) che vi operano.
In questo clima di generale sfiducia, continua ad aleggiare minacciosa l’eventualità di ulteriori perdite delle rappresentanze di enti o istituzioni pubbliche: è successo con la Banca d’Italia, con l’Archivio Notarile e con tanti altri organismi e a ogni piè sospinto torna il pericolo che possa accadere con il Tribunale, con la sede dell’Inpdap e via dicendo.
Per non parlare delle prospettive per nulla rassicuranti che si stanno aprendo con l’effettività delle legge su Roma Capitale, che rischia di trasformare Rieti in una dimenticata periferia di una Regione Lazio acefala e già oggi poco o nulla attenta ai bisogni di questa provincia, come ben dimostrano il citato piano sanitario e la mancata remunerazione dello sfruttamento delle nostre risorse idriche.
La recente vicenda della Cooperativa “Quadrifoglio” che, per conto del Comune, gestisce i servizi sociali nel capoluogo, insegna inoltre che le ridotte disponibilità di bilancio degli enti locali non potranno più essere fronteggiate con la “finanza creativa”, le anticipazioni di cassa o le dismissioni di immobili.
Il prossimo anno porta infatti in dote altri e più stringenti vincoli connessi al rispetto del patto di stabilità. Considerato che il livello di tassazione locale è già ai massimi, è facile prevedere che saranno proprio i lavoratori a pagare il costo delle nuove misure di finanza pubblica, attraverso il blocco del turn-over, lo stop ai rinnovi contrattuali e la contrazione delle dotazioni finanziarie per la contrattazione integrativa decentrata.
Tutto questo mentre cittadini e imprese rivendicano, a giusto diritto, una sanità efficiente, una giustizia rapida e “giusta”, una scuola che funzioni, una burocrazia moderna che supporti e non penalizzi gli utenti.
La contrapposizione tra dipendenti pubblici e privati è dunque priva di senso e socialmente distruttiva. Il lavoro, la promozione umana, il benessere condiviso, la crescita, la creazione di opportunità vere e diffuse sono e devono restare obiettivi comuni da perseguire con politiche adeguate al livello delle sfide che i tempi propongono.
E’ nel solco di questi valori che la Cisl fa quindi appello al senso di responsabilità di ciascuno, chiamando a raccolta iscritti, simpatizzanti e tutti coloro che avvertono la delicatezza del momento, per uno sforzo comune che cominci già oggi. Perché il 2011 è dietro l’angolo. Alle elezioni comunali del 2012 cominceremo a pensare a tempo debito.