Se il buon senso e il rispetto delle regole non prevarranno, domani 25 marzo si terrà l’assemblea per l’elezione del Direttivo del CRAL aziendale che rimarrà in carica per i prossimi quattro anni.
A questo fondamentale appuntamento di democrazia interna il Comitato provvisorio, presieduto da Enrico Del Signore e composto da Marino Formichetti, Claudio Marchetti, Mauro Biscetti e Claudio Mari, ha infatti ammesso a partecipare solo settanta iscritti, vale a dire coloro che richiesero di aderire subito dopo la costituzione del CRAL (ottobre 2008) e prima che, di lì a poco, venissero inspiegabilmente chiusi i termini per le iscrizioni.
Questa singolare decisione ha comportato che, da circa un anno, nessuno può associarsi al CRAL aziendale, le cui attività risultano dunque riservate e ristrette solo a pochi intimi.
Non è quindi un caso che, nelle scorse settimane, circa trecentocinquanta dipendenti della AUSL di Rieti abbiano formalmente richiesto al Presidente del Comitato Provvisorio – interessando della vicenda anche il Direttore Generale dell’Azienda – la riapertura, attraverso visibile pubblicizzazione, dei termini di iscrizione con la previsione di un adeguato lasso di tempo per aderire.
Ciò consentirebbe a tutti gli interessati di avanzare la propria richiesta di associazione, con la conseguenza di costituire un’assemblea ben più rappresentativa ai fini dell’elezione del Direttivo. Nonostante tale richiesta di numerosi dipendenti rispetto agli attuali settanta iscritti, sembrerebbe tuttavia che il Comitato provvisorio, riunitosi il 22 marzo, non intenda riaprire la sottoscrizione, come se si volessero circoscrivere le adesioni, non si sa per quali reconditi propositi e pur nella consapevolezza che un maggior numero di soci rafforzerebbe sia il lato economico sia – e soprattutto – l’interesse all’associazionismo.
E’ infatti scontato che il numero esiguo degli attuali aderenti al CRAL (rispetto ai quasi duemila dipendenti dell’Azienda) sia la conseguenza diretta di una carente e poco diffusa pubblicizzazione delle opportunità offerte dal Circolo, nonché dei brevissimi termini concessi per aderire. Si tratta dunque di un vulnus evidente al corretto svolgimento della vita associativa, peraltro rilevato dallo stesso Direttore Generale Dr. Gabriele Bellini, secondo il quale “non avrebbe alcun senso dar vita ad organismi che dovrebbero occuparsi di favorire forme di socializzazione dei dipendenti partendo con contrasti dannosi”.
Facciamo nostro il messaggio del Direttore Generale – totalmente ignorato dal Comitato Provvisorio – auspicando, vista la natura del CRAL, la riapertura delle iscrizioni per procedere poi alla convocazione della nuova assemblea dei soci e quindi alla nomina delle cariche sociali che, secondo
Sembrerebbe peraltro che nell’ultima riunione degli attuali soci, avvenuta nel mese di dicembre 2009, presenti 18 su 70, alcuni proposero di riaprire la sottoscrizione ma allo stato dei fatti questa proposta non è stata mai presa in considerazione e pochi hanno deciso per tutti in una assemblea dove non era presente nemmeno la maggioranza degli aventi diritto.
Si ha inoltre notizia che alcuni membri fondatori del CRAL e qualcuno del Comitato promotore non siano stati convocati in nessuna delle poche riunioni tenutesi in tutti questi mesi, in contrasto palese con le norme statutarie.
Si rileva infine che l’atto costitutivo prevede che il Comitato provvisorio, nominato dai membri fondatori del CRAL, avrebbe dovuto convocare entro sei mesi dalla costituzione, ossia aprile del 2009, l’assemblea per la nomina delle cariche sociali.
Come si vede, il termine è abbondantemente scaduto e le norme statutarie non sono state di certo puntualmente osservate. Per questo, dopo un anno di lassismo, davvero non si comprendono la fretta di oggi e l’accelerazione verso l’elezione di un Direttivo che sarebbe l’espressione di una minuscola minoranza di lavoratori.
Tanto valeva e vale riaprire le iscrizioni per non dare adito a sospetti che certamente non farebbero nascere l’organismo sotto i migliori auspici.
E intanto però i dipendenti soffrono una situazione incresciosa, costretti come sono a servizi del bar interno che sembrerebbe praticare prezzi alti non concordati con il Comitato provvisorio (evidentemente preso da altri impegni), come se fosse un bar esterno privato; del resto, non è soltanto riservato al personale in servizio ma anche a persone estranee all’Azienda.