STATO CALAMITA', COSTINI: PERILLI E MAZZEO SBAGLIANO

Felice Costini

“È errato dire che la Regione Lazio non andrà a finanziare la messa in sicurezza del territorio a seguito della mancata autorizzazione dello stato di calamità.

Le opere per la prevenzione e la difesa richiedono, infatti, progetti specifici e seguono un percorso amministrativo differente. Un conto è quindi la salvaguardia del territorio, altra questione sono i risarcimenti”.

Così il consigliere provinciale del Pdl, Felice Costini, in riferimento alle dichiarazioni del consigliere regionale Mario Perilli e a quelle del sindaco di Fara Sabina, Vincenzo Mazzeo.

“Il vero problema – prosegue – è che si interviene sempre dopo gli eventi, mentre non c’è un’accurata prevenzione, il sistema ‘protezione civile’ spesso è sottovalutato. È sufficiente pensare, infatti, alla grave scelta, attuata dalla giunta provinciale, di trasformare le strutture destinate a eventi calamitosi, distribuite sul territorio, in punti di accoglienza turistica.
Oltre a ciò, chiedo come mai solo ora la Provincia di Rieti stanzi i primi fondi per la messa in sicurezza e in passato per il fosso Corese, ad esempio, ciò non sia avvenuto, nonostante si conoscessero nel dettaglio le zone a rischio di dissesto idrogeologico, in particolare in Sabina”.

“Inoltre, è opportuno ricordare – aggiunge Costini – che lo stato di calamità naturale permette il risarcimento dei danni alle aziende e non ai privati. La sua ‘dichiarazione’ è di stretta competenza delle Regioni, mentre al governo nazionale compete la ‘dichiarazione dello stato di emergenza’. Dire che è colpa del governo se i cittadini non vengono risarciti è quindi improprio”.

“Per la richiesta legittima di risarcimento – spiega il consigliere Pdl – formuliamo una proposta: i cittadini si riuniscano in un comitato e avanzino una ‘class action’ in sede civile, chiedendo che siano gli amministratori succedutesi in questi anni alla guida dei Comuni interessati dalla calamità del maggio scorso a pagare i danni. Compito di chi amministra è, infatti, anche la prevenzione dai rischi naturali che mettono in pericolo l’incolumità della popolazione e i beni della collettività. Specie se questi pericoli sono ben noti e conosciuti”.

“L’incuria e il disinteresse verso il territorio – conclude – non possono essere risolti affidandosi esclusivamente alla logica che ‘se accade qualcosa c’è la Protezione Civile a risolvere i problemi’. Questa è e sarà una concezione perdente”.