Il decreto sulla spending review del Presidente del Consiglio Mario Monti prevede per i prossimi sei mesi del 2012 tagli per 4,5 miliardi, che nel 2013 saliranno a 10,5 miliardi e a 11 miliardi nel 2014.
Le province sotto i 3mila chilometri quadrati e con meno di 350mila abitanti verranno accorpate a una delle province confinanti. Le province accorpate saranno: Vercelli, Asti, Biella, Caserta, Verbano, Lecco, Lodi, Rovigo, Gorizia, Pordenone, Imperia, Savona, La Spezia, Piacenza, Rimini, Massa Carrara, Pistoia, Livorno, Prato, Terni, Macerata, Ascoli, Fermo, RIETI, Latina, Teramo, Pescara, Isernia, Benevento, Matera, Crotone, Vibo Valentia, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Oristano, Olbia, Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia.
Le province che “resteranno in vita” avranno le seguenti competenze: ambiente (soprattutto per il settore discariche); trasporti e viabilità (anche per quanto attiene la costruzione, la riclassificazione e la gestione delle strade). In attuazione del decreto “Salva Italia”, verranno devolute ai Comuni tutte le altre competenze che finora lo Stato aveva attribuito alle province.
Gli abitanti delle province accorpate si vedranno privati di: Prefettura, Questura, Comandi provinciali delle Forzedell’Ordine, Camera di Commercio, Agenzia delle entrate, Vigili del fuoco e Corpo Forestale dello Stato, Motorizzazione civile, Catasto. Inoltre, verrebbe disintegrata l’intera organizzazione attuale su scala provinciale dei servizi e delle espressioni sindacali e di categoria: Ordini professionali, Sindacati, partiti, oltre alle sedi provinciali di Inps, Inail, Provveditorato agli studi, solo per citarne alcuni.
I Comuni capoluogo di Regione sono esclusi dagli interventi di accorpamento e riduzione.
Entro il primo gennaio 2014, inoltre, verranno istituite le Città metropolitane, dieci in tutto: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, con contestuale soppressione delle relative province.