SOPPRESSIONE PROVINCIA, RETE RIFORMISTA: SEMBRA CHE IL PROBLEMA NON INTERESSI

Italo Carotti

Mentre nelle altre Province a rischio soppressione la Politica, a tutti i livelli, si interroga su come evitare la cancellazione per legge di identità territoriali che affondano le loro radici nella Storia del nostro Paese, nella nostra Provincia, salvo qualche rara e lodevole eccezione, sembra che il problema non interessi il dibattito politico e mediatico.

Sorprende in particolare l’assenza di qualsivoglia iniziativa, anche simbolica, tesa alla salvaguardia della realtà amministrativa provinciale intesa in tutte le sue articolazioni.L’assordante silenzio dell’intero mondo politico locale raggiunge la sua triste apoteosi all’interno delle mura cittadine del Comune capoluogo, dove si preferisce correre dietro ai “palloni” o ripercorrere sentieri comunicativi tanto cari all’ormai ex giunta di Centro-Destra come i recenti annunci sulle manutenzioni urbane.

Qualcuno, probabilmente, dovrebbe fermarsi ed interrogarsi su quale destino incombe su alcune delle realtà amministrative periferiche Statali che si elencano al solo scopo di risvegliare le sopite coscienze. Quale futuro per la Prefettura, la Questura, i Comandi Provinciali dei Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza, il Corpo Forestale dello Stato, l’ex Provveditorato, la Direzione Provinciale del Lavoro, l’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia del Territorio e del Demanio, l’Archivio di Stato, le Commissioni Tributarie Provinciali, Tribunale, l’Inps , l’Inail, la Provincia di Rieti?

Qualche amministratore si è posto il problema dell’inevitabile e correlato crollo dell’occupazione nei servizi  e nel commercio ? Si è cercato di capire dove finiranno gli stipendi di queste persone (quando non li perderanno del tutto) se dislocate in territori diversi dal Reatino?

Ancora, preoccupante è la totale apatia rispetto al rischio di chiusura del Polo Universitario Sabino, uno degli assi di sviluppo del territorio reatino fin dal 1997 (sinora più nelle intenzioni che nei fatti, ad essere onesti), nonché le conseguenze drammatiche che un ridimensionamento amministrativo e territoriale comporterebbe per la sopravvivenza dell’Ospedale Provinciale De Lellis. 

Rischiamo un ritorno alla Rieti del 1927, con un ridimensionamento demografico di circa 28.000 – 30.000  abitanti in pochi anni, con un mercato immobiliare in caduta libera (i primi effetti già sono noti agli operatori del settore) e la nostra città ridotta a quartiere metropolitano (una sorta di sobborgo parigino – senza Parigi, si intende) con affitti decimati da un mercato al tracollo.

Prendiamo atto delle uniche iniziative istituzionali prese in difesa del territorio da parte del Presidente della Provincia, sempre più isolato in questa battaglia impopolare tanto da farlo apparire difensore di quella odiata “casta” tanto invisa ai cittadini e sempre più lasciato a margine della lotta istituzionale, da quegli stessi Partiti e uomini che, probabilmente, non credono più di poter eludere la soppressione della Provincia e con stanca rassegnazione si tengono lontani da qualunque impegno in tal senso.

Sollecitiamo e pretendiamo un atto politico forte, un impegno tangibile del neo Sindaco Simone Petrangeli affinché convochi urgentemente il Consiglio Comunale per assumere tutte le  iniziative opportune, tra cui la costituzione di un comitato di lotta permanente in difesa dell’assetto Istituzionale Provinciale, aperto alla partecipazione delle rappresentanze sociali, datoriali e associative delle reti dei cittadini, nonché dei rappresentanti dei Comuni del Montepiano e della Provincia.

Rete Riformista Reatina, a rischio di abusare dell’ormai stanco motto che ha accompagnato il Sindaco durante la sua corsa elettorale al Comune di Rieti, “ci mette del suo” e si dichiara sin d’ora disponibile a prendere parte ad ogni tipo di iniziativa che si ponga in difesa dell’architettura dislocativa dello Stato nel territorio, a tutela del futuro dei suoi cittadini.