Solidarietà dei Giovani democratici ai lavoratori di Risorse sabine

In un territorio dilaniato dalla crisi, aziende con vertenze in corso, disoccupazione giovanile dilagante si aggiunge un altro problema occupazionale, quello di Risorse sabine s.r.l. .
“Siamo vicini alle 107 famiglie al quale arrivera’ la lettera di licenziamento, invece della famosa lettera di Babbo Natale. Purtroppo giunge al termine una eccezionale operazione effettuata dalla provincia 8 anni fa, attraverso il quale ha stabilizzato lavoratori i quali non avrebbero avuto futuro.
Oggi ci troviamo in questa condizione a causa dell’infausta riforma Delrio, la quale ha creato disparita’ evidenti tra abitanti dei territori interni e abitanti di grandi centri produttivi. La riforma prevede l’esautoramento delle competenze,demandando alle regioni il potere decisionale su tutto, non considerando l’importanza del principio della sussidarieta’ verticale. Causando inoltre uno scenario critico, poiché attraverso la chiusura o snaturamento degli enti minori, si mettono in mobilità molti dipendenti pubblici i quali andranno a ricoprire in altri enti incarichi che sarebbero potuti essere colmati da neo assunzioni o stabilizzazioni di precari.
La vicenda di risorse sabine, secondo il nostro parere, poteva essere gestita diversamente, attraverso una più accurata gestione delle risorse iniziali, messe a disposizione dai TFR dei lsu, i quali hanno preferito investire in se stessi anzichè prendere un emolumento ed abbandonare, e da una più oculata gestione del patrimonio umano.
Ricordando inoltre che il servizio svolto dalla società è importantissimo per la collettività, come ad esempio la manutenzione di strutture pubbliche ( pista ciclabile, strade, conservatorio ed altro), i quali senza manutenzione negli anni avvenire subiranno abbandono e conseguente deterioramento, a meno che,come spesso accade non si preferisca di concedere a imprese private il compito.
Ora non serve a nulla rammentare il passato, serve battersi al fine di far valere i diritti dei lavoratori, poiché il lavoro è un diritto non cedibile e non barattabile, in quanto è strumento unico per l’autodeterminazione sociale ed economica, per questo appoggiamo la scelta dei lavoratori di occupare in simblo di protesta la sede del consiglio provinciale.
Ci rivolgiamo al presidente Zingaretti ed al “nostro” assessore locale, per una risoluzione in tempi brevi del problema al fine di una giusta ricollocazione dei dipendenti dell’azienda, e sproniamo il nuovo presidente della provincia ed i rappresentanti politici di ogni livello a battersi a gran voce per un problema primario come il LAVORO.