Ammonta a 7,4 milioni l’intervento dell’Assessorato alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio in favore dei Comuni del Lazio per interventi di natura socio-assistenziale. Nel dettaglio, 5,7 milioni di euro sono stati destinati ai Comuni con popolazione tra i 2mila e i 150mila abitanti, mentre 1,7 milioni ai piccoli Comuni.
“Continuiamo a investire sul sociale, – dichiara l’assessore regionale Aldo Forte – sostenendo gli enti locali che sono i primi a rispondere ai bisogni e alle emergenze delle persone e delle famiglie. I 7,4 milioni ripartiti secondo criteri di equità tra i Comuni, si aggiungono agli oltre 60 milioni di euro che abbiamo stanziato attraverso i piani di zona distrettuali. Risorse di vitale importanza in questo momento di crisi, nel quale è per noi strategico investire sul sociale come testimoniato anche dall’assestamento. Perché se da un lato vuol dire aiutare concretamente le famiglie, dall’altro significa anche creare servizi sul territorio, nuove opportunità di occupazione e ottimizzare la spesa dei servizi alla persona pur accrescendo l’appropriatezza delle risposte”.
Nel dettaglio, sono 221 i Comuni beneficiari dello stanziamento di 5,7 milioni di euro: 77 nella provincia di Roma, 56 nella provincia di Frosinone, 42 in quella di Viterbo, 27 in quella di Latina e 19 in quella di Rieti. Mentre le risorse destinate ai piccoli Comuni sono ripartite attraverso i singoli distretti del Lazio. I Comuni potranno rispondere a una serie di bisogni. Si va dalla prevenzione delle situazioni di disagio e di emarginazione sociale per evitare che si trasformino in emergenze agli aiuti alle famiglie, con particolare attenzione ai servizi per l’infanzia e all’assistenza domiciliare per i non autosufficienti, fino al sostegno alle strutture che prestano servizi socio-assistenziali, come i centri diurni per disabili, le case famiglia, i centri anziani.
“Le risorse sono fondamentali – aggiunge Forte – ma per continuare a garantire servizi nella nostra regione va riformato il settore socio-assistenziale. Questa è la nostra priorità e questo è quello che stiamo facendo, ovvero la creazione di un sistema che fino ad oggi è mancato. Un sistema basato su criteri di equità, che ottimizza le risorse ed elimina le sperequazioni tra territori e bisogni. Da qui la scelta di un unico modello, le Oasi, in linea con tutte le riforme che si stanno conducendo anche a livello nazionale. Perché non è più possibile erogare i servizi in 55 modi diversi, – conclude Forte – ma bisogna ragionare in una logica associata che ci permetta di superare l’instabilità e l’incertezza dei progetti sperimentali e di mettere a sistema i servizi”.