SNALS: “Anche la Corte dei Conti certifica il disagio degli operatori scolastici”

“Mentre la Corte dei Conti dichiara, nero su bianco, che il personale della scuola è
malpagato, invecchiato e operante in un ambiente lavorativo ad alta difficoltà,
c’è ancora chi continua a fregiarsi di grandi conquiste contrattuali.

Di fatto, quanto nei mesi scorsi abbiamo ripetuto nelle decine di assemblee
pubbliche, recentemente lo ha sottolineato anche la Procura Generale della Corte
dei Conti, la quale nella requisitoria sul giudizio del contesto dell’istruzione ha
affermato che “non può non essere dato rilievo ad una diffusa disaffezione
del personale scolastico che, pur nella assoluta maggioranza, portatore
di professionalità non secondarie, è costretto ad operare in contesti
difficili e senza il riconoscimento stipendiale che sarebbe appropriato
rispetto ai livelli di qualità del servizio”.

Un report, quello delle CDC crudo e realistico e in un certo qual modo sorprendente
se si pensa che proviene da un organismo dello Stato e non da un organo politico
o sindacale.

Nella requisitoria si stigmatizzano le “condizioni indegne, per un Paese
moderno, nelle quali operano in Italia gli insegnanti, gli amministrativi, i
tecnici e i collaboratori scolastici, genera una diffusa disaffezione del
personale scolastico che, pur nella assoluta maggioranza, portatore di
professionalità non secondarie, è costretto ad operare in contesti difficili
e senza il riconoscimento stipendiale che sarebbe appropriato rispetto ai
livelli di qualità del servizio”.

Ne esce uno spaccato spietato ma realistico che insieme alla problematica
dell’invecchiamento nella scuola e più in generale del pubblico impiego,
produrrebbe un forte ostacolo nei processi innovativi del sistema scolastico.
Il nuovo Governo dovrà farsi carico di risolvere vecchi e nuovi problemi
dimostrando innanzi tutto di aver compreso che qualsiasi vera riforma nella
scuola non può prescindere dal superare il problema dei mortificanti
stipendi del personale ai quali sono stati assegnati aumenti irrisori e
arretrati ancora più ridicoli dopo un blocco ultra decennale attraverso la
SEGRETERIA PROVINCIALE
Via Cintia, 59 – 02100 RIETI – Tel. 0746/482652 – 252616
E-Mail: snalsrieti1@gmail.com – snals.rieti@pec.it
Web: www.snalsrieti.it
S.N.A.L.S. CONF.S.A.L.

Confederazione dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori firma (non dello SNALS) di un contratto di lavoro a dir poco mortificante che lo SNALS si onora di non aver sottoscritto.
La scuola ha bisogno di risorse strutturali e non di bonus o mancette varie il cui
scopo è quello di creare ancora più divisioni tra il personale.

Chi parla oggi di valorizzazione del personale scolastico – dichiarano dallo SNALS
– sono gli stessi che non più tardi di un mese fa hanno sottoscritto un rinnovo di
contratto vergognoso sotto l’aspetto giuridico ed economico.

Consigliamo a chi tenta oggi di esorcizzare il disagio di chi lavora nella scuola e
per la scuola di evitare la retorica e affermazione di mirabolanti di successi
economici conseguiti e di fare una semplice analisi degli aumenti percepiti a
seguito della sottoscrizione (20 aprile scorso) del contratto da FLC CGIL-CISL –
UIL e GILDA e magari, umilmente, fare un pò di autocritica.

Il mondo reale sa che sono stati corrisposti per anni di arretrati poche centinaia di
euro, con incrementi mensili stipendiali che vanno dai 56 ai 95 euro lordi con
riassorbimento di una buona parte del bonus dei famosi 80€, con la comica finale
che dal 1/1/2019 questi stessi aumenti per moltissimi dipendenti subiranno un
arretramento fino al 50 dell’aumento.

Sono cifre che non hanno bisogno di particolari commenti che si possono
riassumere con un unico dato: -5% del potere di acquisto dei salari dei dipendenti
del comparto scuola.

Entro il 30 giugno abbiamo presentato all’ARAN la nostra nuova piattaforma
contrattuale, considerando che il contratto appena firmato va in scadenza il
31/12/2018, convinti che solo attraverso una nuova stagione contrattuale si potrà
cercare di recuperare parte del terreno perduto.

Aspettiamo di vedere se e cosa vorranno fare gli altri a cui spetta l’onere di disdire
il contratto di lavoro da loro stessi sottoscritto sotto la spinta delle allora
incombenti elezioni politiche, il cui esito è noto a tutti.”