Riportiamo integralmente le traduzioni degli interventi di Tommie Smith e Alberto Juantorena, ospiti d’onore di Rieti 2013 – Iaaf World Challenge – Meeting # 43, che stamane hanno partecipato ad un incontro alla sala consiliare del Comune di Rieti. Domani saranno presenti al Meeting e parteciperanno alle celebrazioni in ricordo di Pietro Mennea.
Tommie Smith
Riferendosi al giorno in cui il suo record fu battuto da Mennea, il 12 settembre del 1979, riaffiora l’immagine di un giovane atleta che “nonostante la sconfitta era onorato del fatto che fosse stato un grande uomo nonché un grande atleta a batterlo”. Il gesto che poi lo ha fatto conoscere nel mondo, il pugno alzato sul podio, ha portato anche a “tanti sacrifici e molte le occasioni perse, una carriera che probabilmente è cambiata da quel momento, ma tornando indietro non potrei che ripetere un gesto che veniva dal cuore”.
– Alla domanda se è più difficile oggi per un atleta rompere gli schemi commerciali, Smith ha risposto: “Credo che gli atleti oggi siano conosciuti per le loro capacità ed impegno e credo che sia importante manifestare in quello in cui si crede tenendo sempre conto e in accordo con le leggi del paese dove si sta gareggiando”.
– In riferimento all’atmosfera nel villaggio olimpico del 1968, Tommie Smith ricorda come “la politica fosse importante perché parte integrante della quotidianità”.
– In conferenza, non mancano i riferimenti con l’attualità e le domande sulla situazione in Siria: “Per chi ha combattuto per anni per i diritti civili e politici, è difficile vedere che ancora oggi poco è cambiato. Non svanisce, però, la speranza che le cose si possano risolvere in modo diplomatico. Prego e spero che si evitino ulteriori sofferenze”.
– Alla domanda come mai, Smith abbia corso cosi poco i 400m, lo stesso atleta ha ricordato come i suoi risultati “fossero più che positivi ma che la preparazione atletica, totalmente differente dalla sua specialità, era molto più complicata e mi scoraggiava”. Provando anche altri tipi di gare si era accorto di fare sempre ottimi risultati, sarebbe potuto essere un decatleta “ma la soddisfazione di vincere più gare era migliore che vincerne una”.
– Doping: “Quando una persona si sente pulita riesce ad essere fiero delle proprie vittorie. Se un atleta accetta questi compromessi è responsabilità di tutti”.
– Alla domanda se ci sono ancora sogni da realizzare, Smith non ha esitato “Ne ho ancora molti. Tra questi vivere in modo sereno la vita, in compagnia di mia moglie”.
Alberto Juantorena
– Juantorema, prima di ricordare Mennea affettuosamente ha ringraziato il suo “fratello acquisito”, Sandro Giovannelli che lo ha ospitato. “Ricordo Pietro come una persona speciale a livello umano e sportivo, un pilastro per l’atletica mondiale”.
– “Ho uno speciale legame con questa cittadina, ho iniziato a gareggiare a livello internazionale qui in Italia e ho chiuso la mia carriera proprio qui a Rieti. Mi ricordo, di aver firmato due autografi ad alcuni presenti in sala l’ultima volta che sono stato a Rieti”.
– Siria. Juantorena sfodera una posizione pacifista alla domanda riguardante la situazione siriana che sta mettendo in crisi il mondo diplomatico, “Meno guerre più diplomazia e più confronti pacifici”.
– Il campione cubano non vuole prendere meriti né posizioni sulla questione dello sport cubano e della federazione sportiva e non recrimina sulle sue scelte.
– L’atleta, fa una menzione speciale sul meeting Reatino definendolo “Speciale e con un cuore pulsante. Sandro, i volontari e le persone che rendono possibile tutto ciò con pochi mezzi meritano un ringraziamento sincero, quando venivo a Rieti mi sentivo amato e coccolato”.
– Alla domanda “Chi vincerà tra Bolt e Farah sui 600 mt?” Scherza con i giornalisti dicendo che lo saprà solo con il cronometro in mano a gara finita.
– Molto duro sul doping, Juantorena accusa, a partire dall’atleta fino alla famiglia, passando per il governo, di peccare di serietà e sensibilità nei confronti dei giovani che si avvicinano allo sport.
“Io e Tommie abbiamo fatto grandi cose anche da puliti, quindi bisogna dire no al doping,. Definitivamente”.
– “Anche essendo atleti con una grande storia alle spalle avete ancora un sogno da realizzare?” Il campione cubano ripercorre tutta la sua carriera fin da bambino ricordando che lo sport gli ha dato tutto e che, quindi, il suo sogno lo sta tuttora vivendo, “Lo sport è amore, relazioni e amicizia”.