“Con le misure contenute nel D.L. 24 aprile 2017, n. 50 che ha istituito la Zona Franca Urbana Sisma Centro Italia, Confcommercio dà atto al Governo di aver programmato misure per la ripresa delle attività economiche situate nei comuni colpiti dal terremoto che ha causato la chiusura di moltissime imprese apprezzando, in particolare, l’estensione delle agevolazioni fiscali non solo alle imprese costituite dopo gli eventi sismici, ma anche a quelle che hanno avviato l’attività dall’1 settembre 2015, un anno prima del primo evento sismico.
Confcommercio rileva, però, alcune criticità chiedendo i giusti correttivi: eliminare quella discriminazione intollerabile tra imprese e lavoratori autonomi, almeno per quelli assoggettati ad Irap secondo il principio dell’autonoma organizzazione, garantendo anche a questi ultimi l’accesso a tutte le esenzioni previste, ed eliminare il vincolo del 25% di riduzione di fatturato a cui sono soggette solo le imprese costituite prima dell’1 settembre 2015, mettendo sullo stesso piano sia le imprese che lavorano da molto tempo nei territori colpiti dal sisma, sia quelle di più recente costituzione rimuovendo, così, una disparità di trattamento che ha già sollevato aspre critiche tra gli stessi imprenditori.
<<Gli imprenditori hanno voglia di far rinascere il territorio ma devono essere sostenuti e accompagnati in questo percorso – ha dichiarato Leonardo Tosti (nella foto), componente della task force nazionale di Confcommercio per il terremoto e presidente di Confcommercio Lazio Nord – e considerata l’estrema gravità in cui versano e continueranno a versare le imprese e i territori colpiti dal sisma del centro Italia, è quanto mai urgente modificare l’impianto normativo del provvedimento. Bisogna assolutamente evitare, dopo il danno, anche la beffa di non poter usufruire di quegli strumenti indispensabili per sopravvivere e tornare alla normalità. Sollecitiamo, dunque, il governo, le istituzioni e le forze politiche a sanare questa situazione perché crediamo nel dialogo e vogliamo evitare di ricorrere a forme di protesta. I margini per raggiungere questo obiettivo ancora ci sono.>>”
Confcommercio