Sisma Centro Italia, ricostruzione: l’allarme degli architetti

“A quasi tre anni dal sisma che ha colpito il Centro Italia, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e gli Ordini delle Province di Ancona, Fermo, Macerata, Ascoli Piceno, Perugia, Terni, Aquila, Teramo, Rieti hanno lanciato da Camerino un nuovo allarme sui ritardi, le problematiche e le forti criticità che stanno compromettendo le attività di ricostruzione e di messa in sicurezza di edifici e territori.

“I Presidenti delle Regioni interessate ed i politici locali – ha sottolineato il Presidente degli Architetti italiani, Giuseppe Cappochin – siano promotori, anche con iniziative radicali, di una significativa svolta nella ricostruzione. E ’grave la mancanza, ad oggi, di una strategia che, al di là della mera ricostruzione fisica degli edifici, punti innanzitutto alla creazione di un nuovo sistema socio economico il solo che può costituire il vero motore della ripresa, rappresentare una alternativa di vita per le popolazioni ed attrarre chi non tornerà più se non si creano le condizioni di stimolo a ritornare”.

“Purtroppo la ricostruzione sta diventando il terreno di scontro politico che impedisce una lucida visione a medio e lungo termine del futuro dei territori del cratere a livello paesaggistico, economico, sociale, culturale e – non da ultimo – demografico, necessaria per esaltarne le tante peculiarità storiche e ambientali e per impostare, quindi, la confluenza di risorse finanziarie nazionali ed europee attraverso le Regioni. Visione che deve tener conto di come il sisma, in alcuni di questi territori, abbia rappresentato un effetto boomerang – ad esempio rispetto allo spopolamento – generando nuove difficoltà in situazione di già grave crisi”.

Molto difficile per gli architetti, in questa situazione, operare a favore delle comunità in assenza di confronto e di una efficace interlocuzione istituzionale e barcamenarsi, di conseguenza, tra i cavilli burocratici e varie Ordinanze.

“Non si conosce ancora – hanno denunciato Consiglio Nazionale e Ordini del cratere – quale sia l’iter dell’annunciata istituzione del “Tavolo tecnico Sisma” con la partecipazioni dei rappresentanti degli Ordini e dei Collegi locali e quali siano le sorti dell’ “Osservatorio con i rappresentanti dei Consigli Nazionali”, strumenti questi di fondamentale importanza per fissare regole formali e garantire trasparenza. Questa mancanza di informazioni più volte richieste, svilisce il ruolo fondamentale di interlocutore naturale svolto dai progettisti che, invece, dovrebbero essere attori protagonisti del percorso della ricostruzione”.

A titolo di esempio hanno citato anche l’esclusione dei progettisti dalla pur non breve elaborazione dell’Ordinanza “Chiese”, un vero e proprio pasticcio burocratico nel quale l’intervento dei professionisti viene addirittura considerato privato anziché pubblico in funzione dell’importo dei lavori, con procedure del tutto improprie tanto per l’affidamento dell’incarico che dell’appalto quanto per la definizione della parcella.

“E’ poi paradossale ed emblematico – viene nuovamente ribadito a testimonianza della mancanza di una strategia chiara ed efficace – che siano previste agevolazioni per interventi mirati al risparmio energetico, mentre sono esclusi quelli di “miglioramento e adeguamento sismico”: ciò in assoluto contrasto con l’obiettivo di mettere in sicurezza gli edifici e con il principio prioritario di raggiungere una soglia di sicurezza più elevata”.

“Paradossale anche che i professionisti – pur avendolo ripetutamente richiesto – non siano a conoscenza del numero complessivo delle schede AeDES – Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica – né del quadro conoscitivo delle schede Fast, compromettendo così in modo significativo la possibilità di poter disporre di una visione complessiva per accelerare la ricostruzione. Senza contare, poi, che non ha ancora soluzione.”

Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori