Quanto sta accadendo in questi giorni alla Regione Lazio è a dir poco deprimente. Stiamo assistendo al disperato tentativo di accollare sul governo la mal gestione e l’inattività dell’amministrazione regionale attraverso l’accusa di non aver potuto svolgere appieno le proprie funzioni in virtù di mancati trasferimenti di fondi da parte dell’esecutivo nazionale.
L’ azione del vice presidente Montino, relativa alla produzione di un documento con il quale si accusa il governo di non aver trasferito circa 4 miliardi con l’intento di voler strozzare la Regione per motivi elettorali e che attraverso tale volontà si arrivi al collasso dell’intero sviluppo socio economico del Lazio, e le dichiarazioni dell’assessore al Bilancio Nieri, il quale si dice pronto ad iniziare lo sciopero della fame se non si arrivasse all’ottenimento del trasferimento dei fondi in tempi brevi, non solo non convincono, ma sono senza ombra di dubbio atteggiamenti sgradevoli e privi di ogni fondamento.
Infatti, dei famosi 4 miliardi, suddivisi in circa 2,2 per fiscalità pregressa e circa 1,7 legati a fondi aggiuntivi del servizio sanitario che vanterebbe la Regione, il Governo, attraverso la Ragioneria generale dello stato, così come specificato dal ministro Sacconi prima e dal responsabile della Salute e Affari sociali del Pdl, Cesare Cursi, poi, ha già dato esattamente quanto dovuto e, come previsto nei tempi e nei modi per le altre Regioni, provvederà a stanziare, secondo i dati per il Lazio, circa 1,5 miliardi entro gennaio prossimo, non appena la stessa Ragioneria completerà l’iter contabile dovuto.
Per i fondi relativi al servizio sanitario, il trasferimento non può essere effettuato in quanto la Regione stessa ha mancato gli obiettivi del piano di rientro sanitario. È quindi palese la volontà da parte della Pisana di addossare il fallimento dell’intera legislatura di centrosinistra ad altri.
Vorrei ricordare che l’attuale maggioranza governa da cinque anni e che, nonostante si sia più volte dichiarata quale giunta diversa dalle precedenti, in quanto più attenta alle esigenze dei territori, una Regione di tutti nessuno escluso e che avrebbe fatto della partecipazione un pilastro vero e non solo annunciato, tanto da introdurre il famoso bilancio partecipato con la funzione di raccogliere le esigenze dei territori per produrle in realtà, non è stata capace, almeno per quanto riguarda la nostra provincia, di attuare un’azione capace di rilanciare lo sviluppo. In realtà, trovare il nome di Rieti nell’agenda politico-istituzionale della Regione è un’impresa impossibile.
Le infrastrutture, il turismo, il nucleo industriale Rieti-Cittaducale, il potenziamento dell’università e tanto altro ancora che, al di là di quanto si voglia far credere, restano tutti temi che non hanno visto la minima attuazione. Per non parlare della sanità, dove non solo non si è prodotto nulla in termini di strutture intermedie, come le RSA, a fronte di una popolazione con la più alta percentuale di anziani, ma ancora non abbiamo certezze sull’accreditamento dei posti e sui distretti ospedalieri di Magliano e Amatrice.
Invito quindi il vice presidente Montino e l’assessore Nieri, che per fortuna sono ormai agli sgoccioli del mandato e prossimi ad andare a casa, a essere più seri, anche perché se c’è qualcuno che è stato costretto a fare la fame e si è sentito strangolato in questi anni, questi sono i cittadini della Regione Lazio che si sono visti negare qualsiasi opportunità di sviluppo proprio a causa della fallimentare attività di governo della Pisana.