SI RICONOSCA IL DIRITTO UMANO DELL'ACQUA

Rieti, interruzione servizio idrico

Il Movimento “Acqua Pubblica e Basta!” Provincia di Rieti rivolge a tutti i Sindaci dei Comuni appartenenti all’Ato3 ed al Presidente della Provincia di Rieti in qualità di Coordinatore dell’Ato3 sig.Fabio Melilli, istanza, affinché:

1) Venga inserito all’Ordine del Giorno della prossima Conferenza dei Sindaci dell’Ato3,   l’approvazione della Bozza di Delibera allegata, con la quale:

a) Si riconosca nel proprio Statuto il Diritto Umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico.

b) Si confermi il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;

c)
Riconosca anche nel proprio Statuto che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti cittadini e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli artt. 31 e 114 del D.Lgs. n. 267/2000;

2)
Tale bozza di delibera venga inserita per la sua approvazione nel prossimo Ordine del Giorno dei Consigli Comunali, dei Comuni appartenenti all’Ato3. 
 
3) L’Amministrazione Provinciale di Rieti e la Conferenza dei Sindaci dell’Ato3 sollecitino e propongano formalmente alla Regione Lazio, ché tale bozza di delibera sia approvata dal Consiglio Regionale e che sia predisposta una Legge Regionale in merito entro il 31/12/2009. (Come già avvenuto per la Regione Puglia che non solo ha sottratto la risorsa Acqua e la sua gestione al mercato approvando tale delibera ma si è impegnata a deliberare un disegno di legge entro il 31/12/2009 che riconosca l’acqua come diritto umano e la cui gestione è senza fini di lucro. Inoltre ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale, avverso all’articolo 15 del Decreto Legge del 09/09/2009 relativo all’art. 23 bis della Legge 133/2008, in riferimento alla competenza sulla gestione della risorse idriche, per il conflitto di attribuzione in materia, relativa al servizio idrico integrato, di esclusiva competenza delle Regioni.)   
Il Governo con l’articolo 15 del Decreto Legge del 9 settembre 2009 ha modificato l’art. 23 bis della Legge 133/2008 avente per oggetto la gestione dei Servizi Pubblici Locali di Rilevanza Economica. (Acqua, Energia, Gas, Rifiuti e Trasporto Urbano)
 
La spinta privatizzatrice iniziata già con la suddetta Legge 133, continua e si accentua con le modifiche apportate all’art. 23 bis.
In sintesi, con tali modifiche, si annullano entro il 2011 tutte le attuali gestioni dei Servizi Pubblici da parte delle Spa a totale capitale pubblico.Le partecipazioni da parte degli Enti Locali in Spa quotate in Borsa devono obbligatoriamente scendere al 30% entro il 2012 (Es: Comune di Roma deve vendere entro la fine del 2012 il 21% delle sue azioni ad Acea spa, che diventerà il socio di maggioranza con il 70%, anche se in pratica lo è da sempre, soprattutto nelle decisioni da prendere.). Inoltre si inseriscono le Società Miste tra le gestioni ordinarie.
 
Tradotto: consegnare tutti i servizi pubblici degli Enti Locali in mano a speculatori privati.
Per i cittadini, già colpiti da una crisi economica che non hanno contribuito a creare ma che ne stanno pagando il “conto”, tale provvedimento rappresenta un ulteriore esborso economico, dovuto dal sicuro aumento delle tariffe della gestione dei servizi come (ACQUA, ENERGIA, GAS, TRASPORTI E RIFIUTI) che saranno privatizzati. Infatti il canone attuale sarà aumentato per effetto della quota di GUADAGNO, che spetta alla società privata che li prenderà in gestione. Oltre al fatto che nella stragrande maggioranza dei casi in cui ci sono state già privatizzazioni di tali servizi, il risultato avuto è stato fallimentare. Infatti sono aumentate le tariffe e il servizio non è migliorato. 
 
Non sappiamo bene se in queste poche righe siamo riusciti a descrivere la gravità di tale decisione, certo che è scandaloso l’ASSORDANTE SILENZIO che circonda questo provvedimento, soprattutto da parte di quei partiti politici che dovrebbero avere la funzione di “opporsi” a simili decisioni.
Ma che conseguenze provoca tutto questo nella vicenda della Privatizzazione della Sorgente “Peschiera-Le Capore” tra Ato2 e Ato3, e nella costituzione della Società Pubblica che dovrebbe (doveva) gestire il SII dell’Ato3?
 
1) Per l’Ato2 che nell’agosto 2002 aveva affidato direttamente (senza gara) ed illegalmente la gestione del suo SII ad una Società Mista, Acea Ato2 spa, secondo le suddette modifiche normative, entro 31/12/2010 vedrà cessare la gestione attuale del suo SII e dovrà fare una gara per un nuovo affidamento. Tutto questo è un ulteriore freno alla già remota speranza di risarcimento irrisorio ( 8 milioni annui, rispetto ai 400 milioni di guadagno di Acea spa) che l’Ato2 attraverso Acea Ato2 spa doveva pagare per il “prelievo” della “nostra” Acqua (Sorgente Peschiera-Le Capore).
 
2) Per l’Ato3, ammesso che il garante per la concorrenza, autorizzi la costituzione della Società Pubblica “in house” che dovrebbe gestire il SII, l’Ato3 (fino a che Acea spa non è sicura di avere per se anche la concessione sulla sorgente, non “caccerà” un centesimo) non riceverà i 3 milioni (che tra l’altro sono insufficienti per la capitalizzazione) “promessi” dall’Ato2 in cambio della privatizzazione della sorgente “Peschiera-LeCapore”. Ma tutto questo non è una novità. Già dal giugno 2007 e già prima della scelta della gestione pubblica dell’Ato3, si sapeva che L’Ato2 (Acea Ato2 spa) non voleva ratificare l’accordo che consentiva ad Acea Ato2 spa di gestire per 30 anni la sorgente “Peschiera-Le Capore” e di conseguenza che non sarebbero arrivati i soldi per capitalizzare la Società Pubblica che doveva gestire il SII dell’Ato3. In virtù di questo, se ce ne fosse stata veramente la volontà di proseguire sulla strada della Società “in house”, avrebbe potuto chiedere già dall’anno 2007, un finanziamento alla Regione Lazio, come ha fatto per esempio, l’Ato della Provincia di Viterbo, che ha ricevuto 7,5 milioni di euro per la costituzione della società pubblica che dovrà gestire il proprio SII. Tutto ciò, secondo le normative vigenti, obbligherà l’Ato3 entro gennaio 2011 ad individuare mediante gara il gestiore del suo SII.
 
Adesso è ora di fare i fatti e smascherare tutti i finti sostenitori dell’ “acqua pubbli
ca”.
Non ci sono più alibi ne scusanti, se l’Ato3 e il suo Coordinatore Melilli, vogliono veramente difendere “l’acqua pubblica”, soprattutto dai provvedimenti privatizzatrici del Governo, sopra citati, c’è solo una reale e concreta possibilità che è quella che l’Ato3 approvi una delibera nella quale si dichiari e si consideri l’ ACQUA COME DIRITTO UMANO, INDIVISIBILE, INALIENABILE E BENE COMUNE, e si riconosca che la gestione del Servizio Idrico Integrato sia un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e che la cui gestione sia attuata attraverso Consorzi Pubblici (art.31 del D.Lgs. n. 267/2000) e Agenzia Speciale (art.114 del D.Lgs. 267/2000).
 
Gestioni quest’ultime che oltre a sottrarre la “nostra” acqua alle leggi di LIBERO MERCATO, consentono un notevole risparmio economico, soprattutto per i Comuni. Basti pensare che un Agenzia Speciale che gestisca l’acqua senza scopo di lucro può essere costituita con solo 120.000 euro (di cui solo 20.000 in cassa). Tutto ciò poteva essere attuato da tempo. Altra prova della non volontà di voler gestire veramente l’Ato e la “nostra” acqua, PUBBLICAMENTE.
Se l’Ato3 vuole davvero che la “nostra” acqua resti pubblica, “ora” sa cosa deve fare.
Il Movimento “Acqua Pubblica e Basta!” Provincia di Rieti, è a disposizione di tutti i Comuni dell’Ato3 per sostenerli e patrocinarli, attraverso i propri consulenti, nel percorso di pubblicizzazione dell’acqua.
 
La gestione pubblica del SII dell’Ato3 senza scopo di lucro, può costituire la base per il rilancio della battaglia per una gestione pubblica, anch’essa priva di rilevanza economica della sorgente “Peschiera – Le Capore”, oltre alla legittima richiesta di vedere assegnata alla Provincia di Rieti (Ato3) la titolarità della concessione sulla “nostra” sorgete.
Accanto a tali rivendicazioni il Movimento “Acqua Pubblica e Basta!” chiederà con tutti mezzi leciti che venga riconosciuto un risarcimento per i danni (ambientali, economici e sociali) al territorio della Provincia di Rieti, che dopo oltre 83 anni continua a subire il prelievo della “sua” acqua da parte di una multinazionale, ACEA spa, che senza essere legittimata a farlo, lucra su un bene comune come l’acqua, per far arricchire i suoi privati azionisti, senza “cacciare” un solo centesimo.
 
Per informazioni: email acquapubblicaebasta@libero.it
Per adesioni: www.facebook.com gruppo acquapubblicaebasta!!!