SERVIZI SOCIALI, ARI ONLUS: DOPO TRE ANNI I PM CHIEDONO L'ARCHIVIAZIONE, MA L'ARI SI OPPONE

Tribunale di Rieti

Sono entrati dalla porta i controlli della Procura di Rieti sull’operato della precedente amministrazione dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Rieti. L’indagine è partita da un esposto presentato dall’ARI onlus nell’estate del 2010 a seguito di un post pubblicato sul nostro blog nel quale si denunciava un comportamento che secondo noi profila il reato di interruzione di pubblico servizio.

A seguito di numerose segnalazioni di utenti del servizo di ascolto delle assistenti sociali aperto al pubblico il lunedì e il giovedì dale 9.00 alle 13.00, un lunedì era il 19 aprile del 2010 verificammo di persona che la porta di ingresso dei Servizi Sociali era stata chiusa alle 11.55, più di un’ora prima dell’orario di chiusura.

L’indagine della Procura di Rieti che ipotizzava il reato di interruzione di pubblico servizio a carico di un funzionario dei Servizi Sociali, è andata avanti per 3 anni, al termine dei quali i pm Francia e Opilio hanno chiesto l’archiviazione. L’ARI onlus si oppone con forza alla richiesta dei pm e per questo motivo ha presentato formale opposizione.

Ma su che cosa si basa la richiesta di archiviazione dei pm Francia e Opilio e su che cosa si basa l’opposizione presentata dal legale rappresentante dell’ARI onlus? I pm ritengono che chiudere al pubblico il servizio di ascolto delle assistenti sociali prima dell’orario di chiusura non sia interruzione di pubblico servizio e che la giustificazione secondo cui alle 12.00 le assistenti sociali erano tutte occupate e i numeri erano terminati è un motivo sufficiente per chiudere l’ufficio al pubblico. Come dire che chiudere la sala d’attesa delle poste o del cup della asl prima dell’orario di chiusura, perchè il personale agli sportelli è occupato, non costituisce reato di interruzione di pubblico servizio. Secondo noi il discorso non regge e il reato c’è tutto.

Il fascicolo di questo procediemnto è molto poderoso, ma scorrendolo a nessuno dei testimoni ascoltati è stato chiesto alcunché sulla chiusura della porta. Noi abbiamo obiettato che chiudere la porta prima dell’orario di chiusura era prassi consolidata, ma ci è stato rimproverato dai pm di non averne portato le prove, a questo scopo la testimonianza delle persone ascoltate sarebbe stata davvero preziosa, certo facendo loro la domanda giusta però.

È anche vero che d’altro canto i testimoni ascoltati hanno riferito fatti molto gravi che hanno portato all’avvio o al sostegno di altri procedimenti penali a carico di personale del precedente assessorato. La scelta della nuova amministrazione comunale di mantenere in un posto chiave il funzionario al centro di procedimenti penali appare come un forte segnale di grande continuità politica con la precedente amministrazione. Una scelta di mantenimento che non può lasciare spazio al cambiamento di cui tanto si parla.

I pm hanno poi tenuto in considerazione una “relazione giustificativa/esposto a carico dell’ARI onlus” presentata ai Carabinieri da un funzionario e dall’allora dirigente immediatamente dopo la presentazione dell’esposto alla Procura da parte dell’ARI onlus. Nella relazione dei funzionari comunali venivano presentate le giustificazioni poi portate avanti dai pm e uno dei due funzionari si diceva offeso dai commenti poco benevoli scritti dai lettori del nostro blog. Dalle indagini però sono emerse testimonianze di fatti gravissimi al cui confronto i commenti del blog sono complimenti. La Procura ha comunque prontamente avviato le indagini per diffamazione a carico del legale rappresentante dell’ARI onlus.

Ora la parola passa al Gip che dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione dei pm e sull’opposizione dell’ARI onlus, che intanto continuerà a vigilare e darà conto pubblicamente di quanto accadrà.