Non è solo un esempio di sostenibilità e di realizzazione di una forma di turismo lento e rispettoso dell’ambiente. Il Sentiero Italia CAI, uno dei percorsi escursionistici più lunghi al mondo con i suoi oltre 7 mila chilometri, diventa la spina dorsale per la ricostruzione dell’economia del Paese attraverso la valorizzazione dei suoi asset strategici come il patrimonio naturalistico – in particolare nelle terre alte – artistico e culturale che solo l’Italia può offrire. Un progetto straordinario che coinvolge i territori montani e che rappresenta un’opportunità per vivere e lavorare in montagna e contrastare lo spopolamento specialmente dell’Appennino.
Sono stati questi i contenuti emersi nella mattinata di riflessione intitolata “Il Sentiero Italia CAI per uno sviluppo sostenibile”, che si è tenuta ieri ad Amatrice nell’ambito del Festival dello Sviluppo sostenibile promosso da Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, contenuti questi che, sviluppati partendo da esperienze differenti, hanno rappresentato il filo comune di tutti gli interventi.
Dopo i saluti del presidente del Gruppo regionale Cai Lazio, Amedeo Parente, che ha moderato l’incontro, e del presidente della sezione Cai di Amatrice Franco Tanzi, è intervenuto il vescovo di Rieti Domenico Pompili affermando che “la città ha bisogno della montagna, non solo perché dalla montagna attinge elementi fondamentali come l’acqua, ma anche la montagna può portare alla città quel riequilibrio che ci aiuta anche ad attraversare meglio la vicenda del Covid “.
Il sindaco di Amatrice Antonio Fontanella ha poi sottolineato come per i comuni di montagna sia assolutamente necessario fare rete per offrire e garantire i servizi fondamentali ai cittadini. La mattinata è proseguita poi con l’intervento dell’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio Claudio Di Berardino che ha dichiarato: “tutte le iniziative come questa sono importanti perché ci consentono di mettere insieme le idee, in particolar modo l’incontro di oggi ha qualcosa in più, perché si mette in evidenza l’aspetto naturalistico, la bellezza, le tradizioni e la cultura del territorio e ci insegna che il futuro deve essere basato sulla storia. Noi dobbiamo saper collegare questo futuro con alcune storie, quindi anche con la cultura della montagna”.
In seguito è intervenuto Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento di Casa Italia. Il nostro Paese si è sempre distinto per la gestione dell’emergenza, ma è più debole sui temi della ricostruzione, ha affermato Curcio, per questo “ho voluto fortemente che il Dipartimento casa Italia si caratterizzasse sui temi della ricostruzione che è anche anima della comunità, un percorso che non può che partire dal valore del territorio e dalla sua vocazione”.
Dopo i saluti istituzionali, il presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti ha introdotto la giornata inserita in un più grande piano di azione straordinario di Asvis per il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile a cui il Cai crede fortemente. L’impegno del Sodalizio nell’Alleanza è costante e si rafforza sempre di più grazie al lavoro del vicepresidente Cai Erminio Quartiani.
Per Torti “contribuire a sviluppare il turismo lento significa non solo esaudire esigenze come l’accoglienza e la promozione, ma garantire anche la ricostruzione per guardare al domani e al futuro con ottimismo. In particolare per dare una opportunità alle giovani generazioni che potranno continuare a vivere in montagna“. Con gli interventi successivi si è entrati ancor più nel cuore dell’incontro.
Il vicepresidente del Cai Antonio Montani ha spiegato che “Il Sentiero Italia CAI non è solo un percorso escursionistico ma un contenitore di tante iniziative e occasioni. Passa per tutte le aree interne del Paese e sarà un volano di rilancio economico per chi abita in questi territori e per tutta l’Italia“.
Ma per far sì che questo si realizzi – come hanno rilevato il vicepresidente della Struttura operativa Sentieri e Cartografia e perno strategico per la realizzazione del Sentiero Italia CAI Alessandro Geri e il presidente della commissione Escursionismo Marco Lavezzo – sono fondamentali la manutenzione dei sentieri insieme al rispetto e alla conoscenza della montagna e dell’ambiente.
“In questo particolare momento storico – ha affermato Flaminia Santarelli direttrice generale del Turismo del Mibact – il Ministero si sta sempre più orientando per lo sviluppo del turismo sostenibile. E si sta lavorando alla programmazione della promozione di quelle forme di turismo sui quali dovremmo puntare nei prossimi mesi e nel futuro“. Come rivela infatti una recentissima indagine commissionata dal Mibact: “gli italiani hanno riscoperto le nostre montagne e riprogettano nei prossimi anni una vacanza nelle terre alte”.
Sulla stessa linea è stato anche l’intervento di Paolo Piacentini, responsabile Cammini del ministero dei Beni culturali e del Turismo, che ha posto l’accento su come l’Italia abbia un patrimonio immenso del quale deve prendersi cura.
La giornata è poi proseguita con gli interventi di Achille Bellucci, presidente Uncem Lazio e di Luciano Forlani del segretariato Asvis, che dopo aver riconosciuto il forte contributo del Cai all’interno dell’Alleanza, ha evidenziato come “il Sentiero Italia e la valorizzazione di un turismo sostenibile e di prossimità possano essere una risposta concreta alla sete di futuro dei giovani”.
Infine l’on. Roger De Menech, vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della montagna, ha dichiarato come “una volta le montagne venivano definite aree svantaggiate. Oggi invece si chiamano aree interne, e questo non è un caso, perché il linguaggio è importante” – e ha aggiunto- “Il Sentiero Italia Cai mette insieme tutte quelle aree interne che sono scarsamente abitate e la politica deve vincere questa sfida: ‘la montagna abitata’ che è precondizione di tutti i progetti. Il Ricovery plan ha un capitolo dedicato alle aree interne. Se l’Europa ci chiede una progettazione intelligente, qui è possibile“.
Concludendo i lavori il presidente Torti ha sottolineato come “ogni relatore, pur partendo dalla propria specificità, abbia adottato un linguaggio nuovo che consentirà di raggiungere obiettivi comuni che vedono il Sentiero Italia CAI come spina dorsale da cui sviluppare nuovi progetti e la crescita delle terre alte”. Torti infine ha spiegato che aver aggiunto CAI al nome Sentiero Italia non è pubblicità all’associazione, ma rappresenta gli oltre 300 mila soci. Volontarie e volontari di tutta Italia che hanno sottratto il loro tempo libero per un progetto comune”.
Al convegno hanno partecipato anche Pierluigi Maglione, Maurizio Cattani ed Eugenio Di Marzio del Comitato centrale di indirizzo e controllo del Cai.