SEL Bassa Sabina saluta con gioia la stabilizzazione dei 148 lavoratori socialmente utili della provincia di Rieti e plaude alle amministrazioni comunali e provinciali che hanno proceduto in tal senso.
Quello dei lavoratori socialmente utili era, ed è ancora oggi per molti, un vero e proprio arbitrio sociale legalizzato. Si è tenuto nel sottoprecariato e in condizioni di subordinazione psicologica per 14 anni, dentro enti pubblici, centinaia di persone.
Nella gran parte dei casi queste persone hanno garantito servizi essenziali negli enti in cui hanno prestato servizio, ma nonostante ciò spesso risultavano degli invisibili, privi dei diritti che i loro colleghi di ruolo avevano; una situazione francamente intollerabile.
Alcuni comuni hanno deciso di non procedere alla stabilizzazione, comuni in qualche caso amministrati da giunte di centrosinistra. Non possiamo che stigmatizzare chi ha fatto una tale scelta. E’ giusto tenere conto dei problemi economici cheun ente si trova a fronteggiare, ma spesso questo diventa un alibi. C’è anche un fattore umano che va considerato, inoltre l’operazione garantiva costo zero per un lustro. A volte ragionare puramente in termini economi risulta sterile e inumano; non si amministra un comune solo con i numeri.