“Passato il tempo dell’emergenza è arrivato il momento di rimettere al centro dell’attenzione i rapporti che la Asl di Rieti intrattiene con il territorio reatino, anche sulla scia di una serie di prese di posizione molto dure nei confronti della dirigenza sanitaria da parte della Cgil Fp, che benché “culturalmente” vicina al management della Asl, ha sentito la necessità di stigmatizzare l’operato della direzione generale in ordine ai ritardi accumulati dalla Asl nelle azioni di contenimento della pandemia.
Scrive la Cgil che, se solo si fossero attivate prima le misure di prevenzione e di controllo, non avremmo avuto lo scenario visto all’interno delle case di riposo e ci saremmo risparmiati un numero di infetti che ha fatto della provincia di Rieti quella con il maggior indice di contagiati della Regione Lazio.
Molto critici con la direzione generale della Asl sono stati anche i sindacati dei medici e dei dirigenti sanitari, lamentando una modalità di distribuzione dell’indennità Covid diversa da quanto concordato con le organizzazioni sindacali e assai poco equa.
Ad amplificare il coro delle lamentele la dura presa di posizione di qualche familiare di anziani prima ricoverati e poi deceduti alla Casa di Riposo S. Lucia e la sollevazione popolare degli abitanti del quartiere Città Giardino, oppostisi alla decisione della Protezione Civile Regionale e della stessa Asl reatina di mettere a disposizione l’Hotel Serena ai positivi al Covid-19 impossibilitati a gestire la quarantena all’interno della propria abitazione.
Alla vivace dialettica sindacale e ai ripetuti interventi dell’associazionismo di base e dei cittadini ha fatto da contraltare il silenzio assoluto della classe politica, che non ha evidentemente sentito la necessità di esprimere una sola parola sull’efficienza e l’efficacia delle azioni messe in campo durante l’emergenza dalla Asl reatina.
E’ andato tutto bene o qualcosa è andato storto nella gestione della pandemia? Si è fatto tutto quello che si sarebbe potuto oggettivamente fare o è mancato qualcosa? Il nostro è stato un territorio che più di altri ha pagato in termini di vite umane o siamo riusciti a “stare nella media” contenendo i decessi?
Invece niente, non una parola né una dichiarazione. Il silenzio del centrosinistra si può capire: sul Lazio sventola la loro bandiera, e quindi muti dietro a Nicola Zingaretti, al quale la doppia veste di governatore e segretario del Pd non ha evitato quello scandalo delle mascherine che avrebbe indotto qualunque esponente politico, in un Paese normale, alle dimissioni. Quello che non si capisce è il silenzio (di una parte) del centrodestra, che di fronte alle incertezze e alle cadute di stile del management sanitario di osservanza zingarettiana aveva praterie davanti, ma si è ben guardata dal cavalcarle. Solo Fratelli d’Italia ha avuto il coraggio di denunciare, insieme al sottoscritto, la becera gestione degli incarichi legali attribuiti ad avvocati fiduciari, lautamente retribuiti, (quasi) tutti scelti fuori Provincia.
C’è una ragione del silenzio assordante di queste settimane? Possibile che anche le voci in passato più critiche ora tacciano? Qualcosa bolle in pentola che impedisce a qualcuno di parlare come il caso richiederebbe? Che ci sia, come si vocifera da più parti, qualche incarico in ballo da prenotare, da qui ai prossimi anni?
Se fosse questa la ragione sarebbe l’ennesima prova dell’intreccio inestricabile tra politica e sanità che neanche la pandemia ha intaccato, con politici e amministratori che invece di agire per tutelare gli interessi del cittadino e del territorio, si muovono solo per mero interesse personale.”
Il Consigliere Comunale Andrea Sebastiani (Gruppo Misto)