Per lo SNALS rimane viva la preoccupazione per la riapertura in sicurezza, a poco più di un mese e mezzo dalla data del 1° settembre, e rivolge appello (l’ennesimo) ai parlamentari e agli amministratori di Regione e Provincia, esortandoli a manifestarsi e dare segno della loro presenza raccogliendo le sollecitazioni del sindacato, che reclama maggiore attenzione per la nostra provincia, la quale ha registrato, negli ultimi due anni, l’avvicendamento di ben 3 dirigenti dell’ufficio scolastico impedendo, di fatto, speriamo non per volontà di vertice, lo sviluppo di quella “politica scolastica” che nel passato ha dato risultati soddisfacenti.
Ormai la politica scolastica viene fatta solo con i numeri da una Direzione regionale sempre più distante.
“Avvertiamo questo scollamento e lo abbiamo denunciato da diversi mesi” è quanto dichiara Luciano Isceri, il quale fa nuovamente appello ai politici e gli amministratori regionali e provinciali affinché non si ripropongano per le scuole della provincia soluzioni tampone ma risposte concrete. “C’è bisogno che si cominci a investire sul capitale umano e sul diritto allo studio, c’è bisogno che ci si renda conto che investire sulla cultura, sull’istruzione, sulla formazione, significa credere nel futuro e puntare su di esso. Per il sindacato da dove ripartire?
Sicuramente la prima condizione dovrebbe essere quella di iniziare il prossimo anno scolastico con un organico rispondente alle reali necessità, garantire il diritto allo studio parte da qui”.
Invece, la realtà è ben diversa e con dotazioni di organico assegnate, contestate puntualmente dal sindacato nelle rarissime occasioni di incontro con l’USP, assistiamo alla formazioni di classi nella scuola primaria, soprattutto nel comune capoluogo, con 28/29 alunni per classe in perfetta controtendenza con le minime norme di distanziamento.
Così come abbiamo dovuto registrare anche il “non ascolto” sulla richiesta – insistente – di mantenere anche attraverso articolazioni di diversi indirizzi di studi, in vita corsi storici che rischiano l’estinzione come il corso CAT dell’IIS Rosatelli meglio conosciuto come Istituto tecnico per geometri (unico nel territorio provinciale) o come l’istituto tecnico commerciale di Borgorose, esempi, questi, che al di là delle oggettive difficoltà, rappresentano in modo inequivocabile la mancanza di un’attiva politica scolastica e che più degli altri hanno risentito delle difficoltà legate al lungo periodo di pandemia.
Assistiamo inermi a “scelte amministrative” che, se da un lato guardano attentamente i numeri per “tagliare”, dall’altro sostengono la necessità di autorizzare classi da 28/29 alunni.
Le soluzioni tampone di cui si è fatto cenno potrebbero, ancora una volta, essere legate ai posti in organico Covid19 o a quelli del terremoto, soluzioni queste che si ripetono da tempo e che riproponendosi dimostrano la loro assoluta inefficacia.
“Cratere”: di questo e di altro abbiamo discusso anche di recente con i rappresentanti scuola di Comune e Provincia. “L’esperienza – afferma il Segretario Generale Elvira Serafini – ci ha insegnato che i problemi della sicurezza nelle scuole nell’emergenza sanitaria sono aggravati da condizioni di sistema sulle quali la scuola non può agire.
Ormai sono passati quasi due anni dall’inizio della pandemia e non sono stati risolti i problemi del sovraffollamento nei mezzi pubblici, dell’assenza della medicina scolastica come quelli di una reale disponibilità ed efficacia dei servizi territoriali alla persona. Non si è ancora riusciti a implementare un reale interscambio di dati tra le anagrafi del Ministero dell’Istruzione con quelle del Servizio sanitario nazionale: in tali condizioni si ripresenteranno i problemi del tracciamento dei contagi e della reale prevenzione della sua diffusione”.
SNALS