Scomparsa Mario Sciarra, il ricordo del CAI Rieti

La mattina del 2 aprile è deceduto, dopo lunga malattia, Mario Sciarra, socio della sezione reatina del Club alpino italiano dal 1979.

Mario Sciarra è stato uno dei protagonisti della generazione di alpinisti in attività dai primi anni Settanta del secolo scorso. Uno dei suscitatori del nuovo alpinismo reatino, capace di elaborare e proporre impegnative sfide d’arrampicata, sia estive che invernali, ideando itinerari di alto livello.

A lui si deve la prima salita della parete Nord della vetta del Terminillo, insieme ad Alberto Bianchetti; a lui si devono altri itinerari nuovi, alla Nord del Monte Elefante in inverno; allo Spigolo dello Sperone centrale ancora sulla Vetta del Terminillo; e tante altre imprese difficili da elencare, di grande impegno, anche sul piano sci alpinistico, di cui era Istruttore CAI, al Gran Sasso d’Italia, su tante cime delle Alpi, su quelle delle Ande; alle Isole Svalbard e al Polo Nord.

È stato tra i fondatori del Gruppo alpinisti reatini, negli anni Settanta, in opposizione alla politica ambientale del C.A.I reatino di quel momento; ed uno dei promotori del ritorno dei soci del G.A.R. in seno al C.A.I, di cui è stato uno dei principali animatori di tutte le attività sezionali.

Tra i fondatori della stazione reatina del Soccorso alpino e speleologico, nel 1978, di cui è stato il capo nei primi anni novanta per due mandati, contribuendo in maniera decisiva alla sua organizzazione complessiva, ottenendo risultati più che lusinghieri e riconoscimenti a livello nazionale.

Nemico dichiarato di ogni enfasi retorica, non solo alpinistica, i soci e gli amici del Club alpino italiano lo ricorderanno anche per lo spirito goliardico con cui affrontava e narrava ogni avventura, vissuta sempre con il massimo impegno, e con la leggerezza sostenibile dell’essere e del fare, capace di coinvolgere gli altri nella realizzazione pratica di ogni impresa.