Una bastonata, è forse l’immagine più giusta per definire quello che hanno ricevuto le lavoratrici e i lavoratori della Schneider di Rieti. Tante speranze erano riposte nell’incontro tecnico fissato per trovare soluzioni all’annosa vertenza.
Si era accolta con favore la possibilità che Schneider, forse solo apparentemente, aveva concesso; il luogo giusto in cui si poteva dimostrare che non era logico chiudere il sito di Rieti, sito in cui si sono scritte pagine memorabili di una storia industriale e in cui l’eccellenza era, anzi è di casa.
E invece il peggiore degli incubi ha ripreso forma quando i tecnici francesi, ben coadiuvati dal management italiano, hanno rigettato, con fare pregiudiziale, tutte le proposte avanzate confermando la tesi “chiusura”, e quel “senso di vuoto” è tornato padrone della vita dei lavoratori. La consapevolezza del fallimento del tavolo quasi paralizza, sembrano smarrite quelle forze che invece sono ancora necessarie per ogni tentativo possibile utile alla salvezza del sito.
Razionalizzata la delusione, sbollita la rabbia, ora è il momento di riorganizzare le idee; venerdì 8 febbraio è convocato un incontro presso il Ministero per lo Sviluppo Economico in cui si proverà a far valere ragioni utili alla sopravvivenza del sito. C’è bisogno dell’aiuto di tutti, soprattutto della politica, perché solo una presa di posizione forte di chi ci rappresenta può essere in grado di sovvertire una decisione apparentemente incontrovertibile. “Non bisogna perdere la speranza e continuare ancora ad avere la voglia di lottare e di sperare”: è ciò che si sono ripetuti i lavoratori raccolti in assemblea.