Non siamo la “smorfia” e perciò non diamo i numeri, la sensazione è di non essere in Italia ma in altri Paesi in cui gli scioperi riempiono le piazze ma non vuotano le fabbriche.
Questo è il commento del Segretario Generale della UIL di Roma e del Lazio Luigi Scardaone nell’analizzare i risultati dello sciopero generale proclamato dalla sola Cgil.
Noi riteniamo, e ci riferiamo al monito fatto pervenire dal Presidente della Repubblica, circa la consistenza della manovra di cui ha bisogno il nostro Paese. Non è questione, di quando e se scioperare, è questione per chi o per cosa scioperare.
Se fossi nella Cgil, prosegue Scardaone, mi leggerei bene il famigerato art. 8: è una vittoria del populismo della Cgil.
Alle RSU viene delegato un potere enorme, il potere di definire il futuro delle singole imprese. Non è questo quello che voleva la FIOM? Non è questo quello che chiedeva la CGIL?
L’uso strumentale dell’art.8 non è altro che la cartina al tornasole per palesare l’uso politico dello sciopero che è un’arma prevista dalla Costituzione per difendere o rivendicare i diritti del mondo del lavoro. Non certo l’uso di questa arma per scopi di natura partitica.
Sono particolarmente rammaricato, prosegue Scardaone, perché chi come il sottoscritto si è sempre impegnato a difesa del mondo del lavoro, viene gratuitamente dileggiato dalla supponenza di chi, si dimentica che le regole della democrazia prevedono il rispetto delle opinioni di tutti.
La supponenza, la arroganza, gli slogan gridati a piena voce, le bordate di fischi non aiutano certamente la ricomposizione di un disegno unitario. Solo chi è cresciuto nella coscienza di essere un soggetto minoritario, o presunto tale, può comprendere l’amarezza nel vedersi così pervicacemente umiliato.
Italo Viglianesi, il primo Segretario Generale della UIL amava dire una cosa: “le idee in quanto tali non sono mai minoritarie” noi continuiamo a credere in quella idea di Viglianesi che associamo a quanto amava dire Bruno Buozzi: “noi dobbiamo sforzarci di vedere nell’impresa non un nemico ma una opportunità per la nostra gente”.
Bruno Buozzi era uno stimato dirigente della CGIL unitaria, ma oggi i suoi eredi, o presunti tali, la pensano come lui?
Il successo o l’insuccesso degli scioperi generali sta tutto nel dare una risposta concreta a questa domanda.
Il nostro dovere, conclude Scardaone, è quello di adoperarci perché al nostro Paese vengano evitate esperienze o drammi come quelli del Sud America o più recentemente della stessa Grecia.
Rispetto a questo noi rimandiamo le responsabilità a chi gioca allo sfascio del Paese, pur essendo pienamente coscienti che ci troviamo in presenza di una manovra iniqua e vessatoria verso il mondo del lavoro, dei pensionati e dei contribuenti onesti.