”Lo avevamo detto e da qualche tempo ne abbiamo avuto la conferma. Il carcere di Rieti, che doveva essere il fiore all’occhiello dell’Amministrazione Penitenziaria, è un carcere già alla deriva.”
La denuncia è di Maurizio Somma e Stefano D’Antonio, rispettivamente segretario nazionale e segretario provinciale di Rieti del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
Nel corso di alcune manifestazioni che si terranno nella città di Rieti, il 1° dicembre il capo del DAP, Dott. Tamburino e il capo del DGM, Dott.ssa Caterina Chinnici, inaugureranno una sala magistrati e colloqui intitolata al magistrato Rocco Chinnici. Nulla da eccepire nel merito della cerimonia, se non che per l’occasione sono stati fatti i preparativi (ritinteggiature etc) ma il posto di servizio dove andrà messa la targa, e cioè l’ingresso dell’istituto è stato soppresso e non c’è mai personale in servizio!!!
Stranamente, poi, per l’occasione sono stati reperiti fondi per le opere edili che per l’ordinaria amministrazione non ci sono mai!!!!!!
Ci è gradita comunque l’occasione, oltre che per l’encomiabile iniziativa di ricordare un uomo che aveva fatto della lotta alla mafia la propria ragione di vita, per tenere alta l’attenzione sull’istituto reatino – continuano Maurizio Somma e Stefano D’Antonio – evidenziando la mancanza di sottufficiali (ce ne sono 2 in distacco) e le condizioni del reparto F, chiuso e fatiscente, che viene usato solo per far fronte alle esigenze per mancanza di fondi disponibili, o come rifornimento di pezzi di ricambio (i televisori non ci sono più, gli arredi vengono smontati per rimontarli al reparto G occupato per nuovi posti letto). Va denunciato che le lavatrici del personale accasermato sono state bloccate, unitamente alle asciugatrici, per il troppo consumo elettrico, che di 3 ascensori ne funzionano solo due, che il locale spaccio bar agenti arredato dal 2009 non è entrato mai in funzione; che dalle ore 21.00 non c’è la guardia medica in istituto; che dall’inizio del 2013 sono state effettuate circa 50 visite urgenti, la maggior parte di notte e con il personale ridotto all’osso e circa il doppio per visite programmate nei diversi nosocomi laziali e a Rieti.
E ancora – sottolineano i due sindacalisti del Sappe – ci sono due trattori, uno grande e uno piccolo, nuovi quasi imballati, pagati con i soldi dei contribuenti, e parcheggiati dal 2010 in garage fermi per mancanza di fondi nonostante siano stati fatti lavori extra contratto per un’importo di circa 80.000 euro per recintare un’area che doveva essere adibita ad azienda agricola ma che sembra non si possa utilizzare perché nel sottosuolo ci sono dei rifiuti non compatibili con nessun tipo di coltivazione.
E’ difficile anche trovare la benzina per i decespugliatori ma, guarda caso, in questi giorni si è resa improvvisamente disponibile per fare tutti i lavori all’ingresso dell’istituto.
Fino a pochi mesi fa, nell’istituto di Rieti, le porte d’ingresso dei tre blocchi che portano all’interno della struttura erano completamente aperte perché non c’erano i fondi per ripararle, il modernissimo impianto di videosorveglianza ed antiscavalcamento non funziona e il sistema antiaggressione (circa cento piccole radiotrasmittenti da dare ai colleghi in servizio) dall’apertura dell’istituto non è mai stato messo in funzione.
Per non parlare, infine, del ripetuto invio di detenuti per ordine e sicurezza che poi vengono ritrasferiti per ordine e sicurezza, quindi un girotondo che va a discapito di quella tanto acclamata vigilanza dinamica orgoglio del presidente Tamburino.
Una situazione, definita, ”grave” e, secondo il sindacato degli agenti penitenziari, le Istituzioni e la politica non possono rimandare ulteriormente necessari ed urgenti interventi per il sistema carcere’.
Di tutta questa situazione, il Sappe ha informato ancora una volta la Ministro Cancellieri con una dettagliata relazione.