Parlare di macroaree per risolvere la grave crisi della sanità del Lazio è un’ulteriore beffa ai danni dei cittadini. È mettere il coltello in una piaga che si allarga sempre più sotto la forza devastante della crisi economica. L ‘incauta politica dei tagli della Regione Lazio in materie di sanità, hanno lasciato le comunità insoddisfatte e gli operatori soli con i loro problemi quotidiani,
La strategia delle macroaree facenti capo a Roma, come soluzione al debito accumulato, ha depotenziato le ASL delle province, riducendo i servizi ai cittadini, allungando di molto le liste di attesa per avere le prestazioni e aumentando il costo dei tickets. . Di fatto, sotto la scure dei tagli lineari sono stati limitati i diritti costituzionali e violati i diritti fondamentali garanti dalle Carte internazionali ratificate dal nostro Stato.
Roma è diventata un’area metropolitana caotica, inquinata e non equilibrata. Mentre a Roma c’è una concentrazione di servizi a breve distanza l’uno dall’altro ( vedi il reparto di neurochirurgie tra il Policlinico Gemelli, San Filippo e Sant Andrea) nelle province, le distanze sono grandissime più di cento chilometri.. I trasporti carenti per raggiungere i servizi indispensabili per la vita.
L’età media degli utenti si è alzata di molto e le persone anziane , sole e in stato di bisogno hanno difficoltà ad avere servizi sanitari adeguati, rendendo la loro qualità della vita un vero inferno. La nuova classe politica che chiede voti per governare, deve impegnarsi con gli elettori per ripristinare i diritti costituzionali di uguaglianza e rispettare i diritti fondamentali dell’uomo e individuare politiche realistiche e fattibili ,più giuste e policentriche.