Di seguito un estratto della dichiarazione di Fabio Andreola (NOME Officina Politica) durante l’incontro sulla sanità reatina organizzato sabato scorso dalla stessa Associazione:
“Assurdo perdere tempo in un inutile dibattito se spendere i 75 milioni messi a budget per un nuovo ospedale o per ristrutturare il vecchio: si costruisca al più presto un nuovo ospedale (il nuovo Meyer a Firenze è costato 60 milioni).
Assurdo ricostruire l’ospedale di Amatrice come era prima: crediamo serva un moderno presidio territoriale per il primo soccorso e per la gestione delle cronicità, considerando la popolazione anziana dell’area servita. Infatti, non a caso, Amatrice doveva essere trasformato in Casa della Salute da Zingaretti, prima del terremoto. L’altra Casa della Salute, quella di Magliano Sabino, è lontana anni luce dagli intenti dichiarati dallo stesso Zingaretti sul suo sito in merito al progetto (i.e. gestione delle cronicità). A Magliano, infatti, abbiamo visto negli anni di tutto, tranne la gestione delle cronicità: chirurgie di ogni tipo (oftalmologica laser, tunnel carpale, plastica), ma anche agopuntura e medicina cinese, per arrivare alla medicina narrativa. Robe veramente d’altri tempi: scelte dettate da tutto, fuorché dalle esigenze dei cittadini.
NOME ha proposto una ricetta semplicissima per rilanciare la sanità sul nostro territorio:
1) potenziare le guardie mediche con strumenti diagnostici e farmaci di prima necessità (oggi non hanno manco i cerotti) per snellire il traffico nei pronto soccorsi; invece finora le uniche riforme delle guardie mediche hanno riguardato i loro nomi (cambiati con frequenza e con creatività);
2) tornare all’idea originaria della Casa della Salute per i territori remoti e le zone rurali della provincia;
3) costruire nuovo ospedale provinciale a Rieti, nuovo soprattutto nella sua concezione.
Si dice che l’ospedale di Rieti non sarà mai hub. Forse giustamente, a causa di due grossi limiti: bassa popolazione e pessima viabilità. Però c’è da domandarsi perché nel Lazio l’unico hub debba essere sempre e solo Roma. Nel Veneto ci sono diversi hub su cui Zaia sta investendo molto (70 ml solo per la chirurgia robotica). Rinunciare ad essere hub non deve però significare rinunciare a pretendere che nel nuovo ospedale ci siano delle eccellenze nazionali, almeno un paio, per attrarre pazienti non solo dal Lazio, ma dall’ Italia o almeno dal centro sud. Una idea che abbiamo lanciato un anno fa è l’adroterapia (o proton-terapia). Vedevamo due importanti punti di forza della nostra città: più facile realizzarlo in nuovo ospedale (per motivi tecnici e di spazi) e qualità della vita per i pazienti ed i familiari (trattandosi di pazienti oncologici, non è un vantaggio da poco), magari adibendo il vecchio ospedale ristrutturato ad uso foresteria, almeno in parte. Rieti avrebbe potuto avere una eccellenza per attrarre pazienti da tutto il centro sud, visto che ad oggi in Italia ci sono solo due ospedali che offrono questa nuova terapia radiologica, entrambi situati al nord. Ebbene, l’idea non era così peregrina se leggiamo un comunicato stampa di qualche giorno fa.
24 Giugno 2019: Il Pascale investirà 50 milioni di euro per la realizzazione di un centro di adroterapia oncologica. Una particolare forma di radioterapia di precisione. Apparecchiature che attualmente sono presenti solo in pochissime strutture in Europa e in Italia solo al Nord. A darne l’annuncio è stato il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Per questo progetto – ha ricordato il Governatore – investiremo 50 milioni di euro dei fondi per l’edilizia ospedaliera (attinti a oltre 1 miliardo di euro che spettano alla Campania di fondi ministeriali vincolati per le riqualificazioni edilizie e l’aggiornamento tecnologico dei servizi ospedalieri su cui si attende il via libera dal Ministero della Salute) – per fare della Radioterapia del Pascale la più avanzate d’Italia, un centro attrattore per tutto il Centro-sud”.
Poco male, era solo un’idea, ce ne sono mille altre. Il problema vero è che i nostri politici sembrano purtroppo contentarsi di poco. Sono poco ambiziosi e poco visionari, inclini alla propaganda più che allo sviluppo strategico della sanità. Basta vedere i toni trionfalistici di Refrigeri per la scampata chiusura del laboratorio analisi annunciata ieri. Per carità, ottima notizia, ma non crediamo sia sufficiente nemmeno ad iniziare a cambiare le sorti del nostro ospedale. Pirozzi candida il nuovo ospedale di Amatrice ad ospitare una eccellenza: bene, non dobbiamo contrapporre Rieti ad Amatrice, sarebbe una guerra tra poveri. E’ una opzione. Del resto se Pozzilli, in provincia di Isernia, ha una eccellenza sanitaria (neurochirurgia), perché non Amatrice. Purché, è utile ripeterlo ancora, non si rifaccia lo stesso ospedale che non aveva senso allora e non avrebbe senso oggi.
Il ministro Grillo difende la sanità pubblica e fa le crociate contro le assicurazioni private. Va bene, però intanto non si investe più in Sanità e ad ogni manovra si parla di tagli. Vedremo il prossimo DEF, intanto sono stati tagliati dalla sanità 37 miliardi in 10 anni.
Nel Lazio Zingaretti ha tagliato 3600 posti letto, 16 ospedali, il 14% del personale. Poi però scrive in un tweet che farà le barricate se con il DEF questo governo taglierà i fondi per la Sanità. Tutti questi tagli sono serviti per un efficientamento dei servizi resi ai cittadini? Sembrerebbe di no.
Dopo questi tagli, siamo al giro di boa e si torna ad investire in sanità? Lo spero, altrimenti forse sarebbe ora che Rieti voltasse le spalle a Roma e guardasse a Terni e Viterbo per creare una rete sanitaria del centro Italia.”