Sanità, AISI esprime solidarietà per la protesta del 20 novembre

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L’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti (AISI) esprime solidarietà e pieno sostegno alla mobilitazione del 20 novembre dei medici e infermieri della sanità pubblica, come ha già fatto in qualche modo la Fnomceo. Nella stessa giornata si terrà, infatti, la manifestazione di protesta di Roma e i professionisti sanitari incroceranno le braccia nel già annunciato sciopero. “Siamo vicini alle loro ragioni e condividiamo l’urgenza di una sanità pubblica più forte e stabile – afferma la presidente di AISI, Karin Saccomanno – pur rappresentando, con la nostra associazione, le strutture private accreditate e pure, riconosciamo che pubblico e privato non sono mondi distinti, ma parti complementari di un unico sistema che mira a garantire il diritto alla salute dei cittadini”, ha sottolineato.In questo scenario, il direttore generale di AISI, Giovanni Onesti, ha aggiunto: “Vediamo crescere il numero di cittadini che si rivolgono al privato accreditato e puro, non solo per la qualità dell’offerta, ma anche per le lacune del pubblico che necessitano di interventi concreti per assicurare efficienza e continuità assistenziale”. Secondo Onesti, la sanità privata sta assumendo sempre più un ruolo che va riconosciuto e tutelato, sia economicamente che legislativamente, per garantire l’efficacia dell’intero sistema.Siamo d’accordo con quanto sostenuto di recente dal Dott. Antonio Magi, il rieletto Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma. “E’ Anacronistico considerare pubblico e privato due mondi a parte. Eliminare l’incompatibilità significherebbe permettere ai professionisti dipendenti del pubblico di lavorare anche contemporaneamente nel privato, arginando le fughe all’estero, consentendo loro maggiori legittimi introiti e rafforzando ulteriormente il privato accreditato, e puro con figure di spicco e di esperienza, puntando su una indispensabile flessibilità lavorativa”, continua Onesti.

I vertici di AISI sottolineano come sia necessaria una visione integrata tra pubblico e privato. “Se il pubblico deve offrire stabilità, il privato deve contribuire con innovazione e flessibilità alla tutela della salute. Insieme possono e devono rappresentare un’unica forza che dovrebbe puntare alla qualità e all’evoluzione costante. Serve una cooperazione strategica per superare i compartimenti stagni,” concludono Saccomanno e Onesti, “perché la sanità italiana è una sola e, insieme, pubblico e privato possono fare fronte alle sfide future con competenza e rispetto dei diritti dei professionisti sanitari e dei pazienti”.