Riunione sui concorsi per la scuola, UIL: “Le proposte della Azzolina sono impraticabili”

Riconoscere il lavoro e dare continuità al lavoro”, è su queste direttrici che si è mossa l’iniziativa della Uil Scuola nel corso della riunione del 21 aprile al Ministero dell’Istruzione. Tra i temi all’ordine del giorno quello dei concorsi, per il sindacato impraticabili al momento alla luce della situazione di straordinaria emergenza Coronavirus che tutti stiamo vivendo.

Ed è al Premier Conte che la Uil Scuola chiede di alzare il livello di interlocuzione politica, perché se il Senato per il decreto Scuola (n. 22/2020) ha deciso di aprire le audizioni a ben 63 associazioni, la ministra Azzolina (nella foto), invece, ha pensato bene di firmare l’atto che istituisce presso il suo ministero un comitato di 18 esperti per mettere a punto il Piano per la Scuola, un progetto per uscire dall’emergenza ma guardando oltre. Confermare i precari negli attuali posti e procedere alla stabilizzazione con concorsi riservati per titoli è invece la proposta della Uil Scuola, che vale sia per i docenti che per il personale Ata.

Queste sono le risposte che il Governo e la politica devono decidere di dare urgentemente ai lavoratori ed alla scuola nel suo complesso, senza scontri ideologici: vale a dire riconoscere il lavoro svolto da anni da migliaia di docenti e di Ata. Questa è l’unica strada percorribile per poter avere personale di ruolo in cattedra già dal mese di settembre prossimo. La ministra Azzolina parla di innovazione – ha tenuto ad evidenziare Pino Turi(Uil Scuola)- e non si preoccupa di pensare a fare funzionare tutto il sistema che, attraverso il suo personale docente ed Ata, di ruolo e precario, ha dimostrato di essere in grado di gestire con i fatti anche l’innovazione, con risorse proprie e senza bisogno di dirigismi e comitati vari. La scuola è un sistema vivo e sempre in evoluzione e non statico.

Il personale sa bene come svolgere la propria funzione e lo fa per senso del dovere e grazie alla professionalità. Speriamo – ha concluso Turi – che questa ventata di autoritarismo non serva a demotivare i docenti che rappresentano la base costitutiva del sistema. Hanno bisogno di riconoscimenti e di investimenti. Le idee sarebbe bene trovarle all’interno del sistema e non affidandosi ad esperti.