“Manifesteremo fin quando dal Mise non arriverà una risposta chiara e concreta al riacutizzarsi della crisi Ritel che in queste ore è esplosa in tutta la sua drammaticità.
La gravità della situazione venutasi a creare ci ha costretto, sin dalle prime ore del pomeriggio di oggi, ad avviare un’ assemblea permanente all’interno della fabbrica accanto ai lavoratori.
La Fim Cisl si aspetta che il Ministero convochi immediatamente un incontro che chiarisca i termini ultimi della vertenza e senza ulteriori rinvii, fornisca risposte chiare e circoscritte per uscire dall’empasse in cui si è finiti, nel solco di quanto sottoscritto lo scorso 29 ottobre”.
Questo è quanto dichiara il segretario della Fim Cisl Giuseppe Ricci in risposta al documento diramato qualche ora fa dall’amministratore unico Domenico Fazzolari.
“Secondo Fazzolari infatti la Ritel oggi si trova in una situazione di assoluta illiquidità senza le risorse per far fronte ai propri impegni e con una situazione debitoria in forte deterioramento, senza alcuna effettiva prospettiva di continuità aziendale e produttiva.
Detto ciò –continua Ricci- l’amministratore unico fa sapere che non sono stati pagati gli stipendi di novembre e probabilmente non verranno pagati neanche quelli di dicembre. La situazione appare talmente grave da costringere lo stesso alla immediata sospensione di ogni attività produttiva. Il ricorso alla Cigo e la successiva convocazione dell’assemblea sociale per la messa in liquidazione della Ritel.
Il precipitare degli eventi ci costringe, per l’ennesima volta –precisa Ricci della Fim Cisl- ad un richiamo forte alla coerenza da parte della classe politica, a tutti i livelli. Da quest’ultimi, i lavoratori della Ritel si aspettano molto, a cominciare dal mantenimento delle promesse e quel sostegno che spesso è mancato. Si attende altresì –ribadisce il segretario della Fim Cisl- che il Mise si attivi entro qualche ora per la convocazione di un tavolo in grado di attuare quel progetto che era stato così bene espresso nella riunione dello scorso ottobre e che viceversa oggi sembra sfuggirci, ancora una volta, di mano”.