RIORGANIZZAZIONE DSM, CICCOMARTINO CGIL: CHI L'HA VISTA? FUORI LUOGO LE DICHIARAZIONI DELLA ASL

Ciccomartino CGIL FP

Del tutto fuori luogo, a nostro parere, le dichiarazioni dei vertici ASL riportate dalla stampa locale circa i presunti risultati di un ancora più presunto “nuovo modello organizzativo” del Dipartimento di Salute Mentale.

Sbagliato infatti spacciare per nuovo modello organizzativo un brutale taglio al servizio (apertura del CSM che passa dalle 24 h a orario diurno) con conseguente “delega” del servizio di emergenza psichiatrica a 118 e forze dell’ordine.

Null’altro infatti ci risulta si sia realizzato in funzione dell’attività di equipe, sul territorio, e del tutto sottovalutate, nell’autocelebrazione dei vertici ASL, le conseguenze sulla qualità del servizio nei confronti dei pazienti psichiatrici.

Le nostre valutazioni circa il primo mese di “nuova organizzazione” sono infatti del tutto negative in considerazione che:
1) Si è accelerata la “deriva ambulatoriale “ del servizio;

2) Si sono realizzate diverse “immissioni in strutture esterne” di pazienti psichiatrici (che presumibilmente comportano un  costo anche finanziario);

3) Si è ulteriormente aggravata la mole di interventi del 118, già a dura prova in conseguenza della chiusura del pronto soccorso di Magliano;

4) Non si sono rispettati i requisiti minimi  organizzativi previsti per decreto circa la presenza delle professioni coinvolte per tutti i giorni di apertura del CSM;

5) Si sono operati ricoveri “disinvolti” nelle strutture residenziali dell’azienda senza tenere conto dell’appropriatezza delle strutture in relazione alle patologie dei pazienti coinvolti (ricovero a 24 h in strutture diurne), presumibilmente anche al fine di ottenere “dati positivi” in termini di minor aggravio del reparto di diagnosi e cura (la classica spazzatura sotto il tappeto);

6) Ciò nonostante si sono verificate punte di ricoveri pari a circa il 50% superiori alla reale capacità di accoglienza del reparto di diagnosi e cura.

Potremmo continuare, ma quel che preme in questo momento è invitare la Direzione aziendale ad evitare di spacciare per “riorganizzazioni varie” quello che in realtà è taglio delle prestazioni a favore dell’utenza mettendo al primo posto, nei criteri di valutazione dei risultati, le conseguenze delle proprie scelte nella qualità del servizio prestato all’utenza stessa.