Rieti fino a un ventennio fa era paragonabile ad una azienda di medie dimensioni che tra alti e bassi proseguiva il suo cammino verso il 2000. Oggi, giunti nel 2014, dopo la scomparsa del nucleo industriale, della sede Telecom già Sip, della sede Enel, della caserma militare Verdirosi (oggi solo scuola NBC), dell’Aereonautica Militare e di tanto altro, la nostra città è paragonabile ad una azienda spacchettata e venduta al miglior offerente, un’impresa dove a rimanere sono solamente i cittadini, privati di tutto, ora anche di antiche credenze.
A quanto pare Rieti non sarebbe più il centro d’Italia, a rivelarlo è il geologo Mario Tozzi durante la trasmissione di Rai 1 “Fuori Luogo” andata in onda martedi 29 luglio in seconda serata.
Da alcuni recenti calcoli il centro d’Italia si troverebbe nell’estrema periferia di Roma e precisamente in un parcheggio di Torre Spaccata. Quindi dopo le rivendicazioni delle città di Narni e Orvieto, nella bagarre su quale sia la città a detenere questo particolare primato si è inserita un’altra pretendente, Torre Spaccata appunto.
Il geologo Tozzi però, durante la puntata, disegnando virtualmente un rettangolo intorno allo “Stivale” e tracciando due diagonali intersecate, ha messo in discussione anche l’ultima tesi, quella del parcheggio romano come punto centrale della penisola italiana evidenziando come il centro si trovi nel mar Tirreno.
E’ chiaro però che se alla nostra città venisse ufficialmente tolto anche questo titolo di ombelico d’Italia, di Rieti rimarrebbero solamente le ossa di un corpo scarnito già da tempo, il turismo perderebbe una importante fonte di attrattività, le riviste specializzate e i tantissimi siti internet dedicati ai viaggi e al turismo, al digitare “Centro d’Italia”, non inserirebbero più la nostra città nei propri motori di ricerca.
Il nostro tanto decantato “Umbilicus Italiae” nelle ultime ore sta veramente rischiando di essere spodestato e di rimanere un semplice ombelico non più in grado di dare a Rieti neanche l’ultimo nutrimento.