Riportiamo integralmente la lettera che i commercianti del centro storico di Rieti hanno scritto al primo cittadino Antonio Cicchetti:
“Sig. Sindaco, siamo commercianti, operiamo nel Centro Storico, siamo molto preoccupati per il futuro delle nostre aziende e vorremmo portare alla sua attenzione alcuni aspetti negativi della vita cittadina.
Preambolo:
Dicembre 2018, leggiamo sul quotidiano Il Sole 24 Ore, nella classifica ‘qualità della vita’, che siamo precipitati al 79mo posto su 107 province, leggiamo anche che siamo all’89mo posto come ‘cultura e tempo libero’ e al 98mo posto come ‘tasso di natalità-numero di figli per donna’, siamo quasi ultimi in un paese dove nascono pochi bambini.
Sono numeri impressionanti, presi nel loro insieme evidenziano un diffuso malessere e soprattutto problemi sociali ed economici per le famiglie.
A questo punto una domanda viene spontanea, sig. Sindaco, quale futuro può avere una città con pochi bambini?
Secondo argomento:
Il Centro Storico, il grande malato.
Da vent’anni in recessione perchè ha perduto importanti componenti e patisce di una crisi indotta da grossolani errori amministrativi.
Una cronaca stantia:
Sono stati esodati i Vigili Urbani e gli uffici tecnici comunali, se ne sono andati Carabinieri e Polizia di Stato, a seguire la Banca d’Italia, due farmacie, due istituti bancari e numerose altre attività. Per completare l’opera sono stati eliminati 200 parcheggi (senza crearne di nuovi) e con i varchi elettronici impedito il transito di auto e motorini a tutto vantaggio dei centri commerciali.
Poi per non farci mancare nulla è arrivato il terremoto che ha allontanato altri residenti e fatto chiudere altri esercizi. Oggi il Centro Storico è un sacco mezzo vuoto, scomodo, poco abitato e con scarsi servizi.
Non attira investimenti e chi può si trasferisce (25 serrande abbassate solo in via Roma).
Sig. Sindaco il piccolo commercio può reggere e rinnovarsi con questa situazione?
Per ultimo la paura fa 90.
Il Centro Storico è poco frequentato dai politici, che peccato, durante il giorno potrebbero constatare il mortorio nelle strade e nelle botteghe e la sera quando si spengono le vetrine si renderebbero conto che tutto finisce. Rari passanti, per lo più ragazzi e poi nulla. Per ore un’atmosfera surreale.
I soggetti deboli, donne e anziani, hanno timore di uscire, sig. Sindaco, qualcuno a Rieti ha inventato la paura.
Per concludere, siete a metà mandato e finora abbiamo visto poco di nuovo, solo contentini. Non vediamo inoltre sbocchi significativi e, ci scusi la franchezza, non immaginiamo chi inaugurerà l’ascensore di Piazza Cesare Battisti o l’Università a Palazzo Aluffi, speriamo di sbagliare e gradiremmo date certe.
Vorremmo dare qualche suggerimento:
DETASSASSARE – AGEVOLARE – APRIRE
Purtroppo però queste cose si realizzano solo in Portogallo. In ogni caso tenere a mente un vecchio proverbio: VENTOSAE PLEBIS SUFFRAGIA.”
Con osservanza i commercianti del Centro Storico