Un ricordo emozionante in questa giornata di santificazione di due Papi torna alla mia memoria.
Il 2 gennaio 1983, dopo alcuni mesi di durissima predisposizione della visita a Rieti di S. Giovanni Paolo II (Ero stato designato dalla Giunta Comunale assessore responsabile di quell’Evento eccezionale per la nostra città), alle prese con la organizzazione attraverso l’ufficio tecnico del reperimento dei materiali necessari, ed in continuo contatto con il Prefetto, i responsabili delle forze dell’Ordine, ed i servizi segreti italiani ed alti Prelati del Vaticano (era la prima uscita del Papa dopo l’attentato del maggio precedente), per cui la “tensione” era altissima. Andò tutto benissimo; una giornata molto fredda, costretto insieme al questore al vescovo di Rieti al comandante del Carabinieri, a stare sveglio durante quasi tutta la notte, con grande soddisfazione quando in piazza Marconi fummo presentati dal Sindaco Vella a Sua Santità (ero ml’unico in costretto a portare il “Cappotto pesante”.
Giovanni Paolo Secondo, ascoltando il Vescovo Mons. Amadio, che mi indicava quale responsabile cittadino di quell’accoglienza, volle congratularsi (quasi a scusarsi per i disagi) per la calorosissima accoglienza, malgrado la fitta e gelida nebbia.
Nel pomeriggio, al ricevimento nel salone papale della Cattedrale, ancora il vescovo mi presentava di nuovo quale assessore ma anche quale funzionario dell’Azienda Autonoma Turismo Rieti-Terminillo. A sentire il Terminillo Giovanni Palo II ebbe una grande espressione di compiacimento dicendomi: “…Ha! il Terminillo, che bei ricordi quando studente a Roma, e poi, come Vescovo partecipante al Concilio Vaticano II, trascorrevo qualche ora sulle nevi della Vostra magnifica Montagna”.
La fortuna oggi di aver potuto assistere alla Santificazione, insieme ad un altro grande Papa come Giovanni XXIII° (che bei ricordi a Montefiolo di Casperia), anche per questo Papa! Vederli oggi assurgere agli onori degli altari Cristiani mi riempie ancora di più di gioia, unita a quella emozionante del contatto che ebbi con loro. Essere poi stato insignito del titolo di San Gregorio Magno, per la riuscita dell’vento sopra descritto, mi onora ancor di più potendo dire di essere stato a contatto con un Sant’Uomo, ed aver partecipato alla cronaca dell’altro Sant’Uomo, quando volle ricordare il suo passato di seminarista in quel di Casperia. Grazie alle VV.SS. che da oggi possiamo annoverarli nell’alveo dei Santi.