Si è svolto venerdì scorso, presso la sede Cisl di viale Fassini, il direttivo della Fim alla presenza del segretario generale Giuseppe Ricci.
L’incontro si è articolato su più temi. Economia, lavoro, fisco, ammortizzatori sociali.
Competitività delle imprese e stabilità del lavoro. Il caso Fiat, con il rischio delocalizzazione, poi rientrato. L’azione contrattuale e di tutela rispetto al CCNL.
Al riguardo, il segretario Ricci, durante il suo intervento, ha voluto rassicurare tutti i lavoratori metalmeccanici della provincia di Rieti rispetto ad alcune false notizie circolate nei mesi scorsi riguardo le conseguenze della disdetta del contratto 2008.
Il contratto esiste, ha tenuto a precisare il segretario generale della Fim, tanto che il suo rinnovo è datato 15 ottobre 2009 con apposte le firme di tutte le sigle sindacali tranne quella della Fiom. Un’assenza quest’ultima che non lascia certo stupiti visto che tale posizione è ormai una consuetudine.
“Inevitabilmente su tutti i temi toccati ha tenuto banco il caso Fiat a Pomigliano – spiega Ricci. L’accordo sottoscritto è un atto di responsabilità che la Fim ha assunto, insieme ad altre organizzazioni sindacali firmatarie, facendo sindacato con la S maiuscola. Ovvero, provando a negoziare le condizioni impegnative che la Fiat ha chiesto per garantire un investimento di 20 miliardi di euro e la produzione di una nuova automobile e con essa, il futuro occupazionale di un’area particolarmente debole.
E quando si parla di aree deboli – continua il segretario della Fim – di aree di crisi, il pensiero va immediatamente alla situazione in cui è finita la provincia di Rieti. Sulle deroghe concesse presso lo stabilimento di Pomigliano, qualcuno si è permesso di accusare la Fim di voler mettere in discussione il CCNL.
Niente di più falso. Poiché il contratto nazionale si mette in discussione evitando di rinnovarlo e non viceversa.
La concessione delle deroghe, che tanto clamore ha provocato – precisa Ricci – non è sancita nel contratto, ma rimanda all’accordo del 15 aprile dello scorso anno.
Tale accordo prevede che le OO.SS. e le RSU possano decidere di derogare su alcuni temi, fermo restando il rispetto dei principi fondamentali del Contratto nazionale.
Ma se è vero che il contratto nazionale non può essere modificato, chi dice che per il salario accessorio valga la stessa regola?
A tal proposito gli esempi non mancano, anche nel reatino, dove tale situazione è presente già dal lontano 1996 con la stipula dei cosiddetti Patti territoriali.
Patti firmati da tutti!
Ricordate?
Ma allora dov’è lo scandalo?
Presso la EEMS, ad esempio – continua Giuseppe Ricci – si è raggiunto l’accordo non soltanto sui diciotto turni ma anche su alcune deroghe relativamente alla contrattazione aziendale.
Gettiamo la maschera. I problemi sono altri. E chi oggi grida allo scandalo lo sa bene. L’immobilismo che “anima” la nostra provincia, che fagocita tutto e tutti, evidentemente non è oltremodo tollerabile.
La politica del tirare a campare è al capolinea – mette in guardia il segretario Ricci.
Per la Fim serve una totale ristrutturazione del mondo del lavoro. Agendo dal basso, attraverso il coinvolgendo fattivo dei lavorati. E dall’alto, spingendo affinché la politica recepisca le richieste sindacali e le trasformi in atti concreti. Anche se in questi ultimi anni abbiano assistito, purtroppo, a molte chiacchiere inutili e pochi fatti, sia a livello nazionale che locale.
Se non si interverrà determinando un’inversione di tendenza si rischia che la crisi finanziaria ed economica si trasformi in crisi sociale, A cominciare dal nostro territorio”.